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DVD/Blu Ray

Manon 70 di Jean Aurel in dvd

Manon 70 è un film che ha diversi limiti, eppure sarebbe incauto bollarlo come un’opera non riuscita, laddove sono molti gli spunti interessanti prodotti dalla visione: c’è in esso la rappresentazione di un’epoca incandescente (il 1968) e Manon, dunque, risulta la figlia di quei tempi, scompostamente protesa verso la liberazione e trattenuta dalla necessità di vivere un amore al quale a suo modo tiene

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Tratto molto liberamente da Storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut dell’autore francese Antoine François Prévost, il film girato da Jean Aurel è la discreta messa scena, attualizzata (il romanzo fu pubblicato nel 1731, e poi successivamente rivisto dallo scrittore per problemi di censura), del tormentato rapporto d’amore tra una ragazza subdola e incapace di rassegnarsi a una vita disagiata (Catherine Deneuve) e un uomo fatalmente invaghito di lei (Sammy Frey), il quale, determinato a portare avanti il rapporto, deve drammaticamente confrontarsi con i vari uomini che Manon frequenta per ottenere un tenore di vita più consono ai suoi desideri.

C’è in Manon 70 una appena accennata critica al sistema di vita capitalista, laddove Des Grieux, che fa il giornalista, all’inizio del film, intervistato durante una conferenza stampa, tesse le lodi della Rivoluzione Culturale Maoista, assegnandole la sua preferenza rispetto al marxismo-leninismo di stampo sovietico; ma, a parte questa estemporanea parentesi, il film dà corpo prevalentemente al tormento interiore del protagonista rispetto alla condotta scorretta della compagna, e si assiste a un frenetico inseguimento che si dipana per l’intera durata dell’azione. Aurel, che adattò il libro insieme a Cécil Saint-Laurent, non mancò di colorare di ironia la tragedia vissuta da Des Grieux, d’altronde il film venne realizzato nel 1968, e, dunque, l’ira dell’uomo tradito diviene a tratti macchiettistica, sebbene la pur scaltra Manon esprima più volte un sincero amore nei suoi confronti; non può fare a meno del sentimento del suo compagno, ma neanche del denaro necessario per concedersi alcuni lussi, tant’è che, dopo varie incomprensioni e promesse di abbandono, il mite De Grieux sembra arrivato al punto di accettare l’insuperabile ambiguità della donna amata, avendo colto fino in fondo lo spirito che la anima. C’è spazio nel film anche per la partecipazione di Jean-Claude Brialy, il bravo attore francese che ha attraversato tanto significativo cinema, qui nelle vesti del fratello/magnaccia di Manon, con cui il povero compagno di lei dovrà malgrado tutto confrontarsi, anche se è proprio questi a presentare alla ragazza uomini facoltosi da ripulire in tempi brevi.

Insomma, Aurel ci presenta Manon come una prostituta col vizio dell’amore, ma, data l’atmosfera scanzonata della narrazione, lo spettatore non riesce mai a colpevolizzarla fino in fondo, anzi, in un certo senso, assistendo alle sue ‘malefatte’ se la ride sotto i baffi, piuttosto biasima lo sciocco De Grieux che non riesce a piantarla, nonostante tutte le umiliazioni subite. Il masochismo lampante di De Grieux si torce, in ultimo, in sadismo, dato che nel finale è proprio grazie a un suo piano che l’ennesimo amante di Manon scopre la storia d’amore che lega i due, e, mutando notevolmente l’esito del testo d’origine, l’impenitente ragazza è costretta a seguire in una rocambolesca fuga il suo infaticabile spasimante, rinunciando alla doppiezza della sua vita, promettendo/minacciando una fedeltà perenne. Il libro di Prévost si chiude invece con la morte della donna per la fatica e gli stenti seguiti a un viaggio in Louisiana. La sensibile modifica operata dagli sceneggiatori segnala la volontà di correggere la drammaticità di una storia che nel film di Aurel viene rappresentata con senso dello humor, e dirottata, seppur con capovolgimenti continui, verso il lieto fine.

Manon 70 è un film che ha diversi limiti (la stessa Deneuve che amava la storia d’origine dovette riconoscere il parziale fallimento dell’operazione cinematografica, da imputare probabilmente al non particolare stato di grazia del regista in quel periodo), eppure sarebbe incauto bollarlo come un’opera non riuscita, laddove sono molti gli spunti interessanti prodotti dalla visione: c’è in esso la rappresentazione di un’epoca incandescente (il 1968) e Manon, dunque, risulta la figlia di quei tempi, scompostamente protesa verso la liberazione e trattenuta dalla necessità di vivere un amore al quale a suo modo tiene. Un film che intrattiene piacevolmente e che dà adito a non poche riflessioni. Si segnala infine anche la partecipazione di Elsa Martinelli, l’amica della protagonista che cerca di intrattenere De Grieux mentre si consuma l’ennesimo adulterio.

Pubblicato da Mustang e Minerva Pictures e distribuito da CG Entertainment, Manon 70 è disponibile in dvd in formato 1.85:1 con audio in italiano e sottotitoli opzionabili.

Luca Biscontini

Trova il film su CG Entertainment

  • Anno: 1968
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Jean Aurel

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