DVD/Blu Ray

La fine della notte di Davide Ferrario in dvd

L’opera prima del regista cremonese è un pugno nello stomaco che toglie il fiato, un salto nel buio, un brancolare disperato nel sonno della ragione, e di fronte all’abisso fatalmente scoperchiato si vive un senso di angoscia, come se si percepisse il pericolo di sprofondarvi insieme ai protagonisti. Un film che provoca tante suggestioni, un esordio notevole che preannunciò sin da subito il grande talento del suo autore

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Davide Ferrario, il regista di film significativi quali Dopo Mezzanotte (2005), Guardami (1999) e Tutta colpa di Giuda (2009), oltre che valente autore di documentari, nel 1989 esordiva nel lungometraggio con La fine della notte, opera in cui, seppur con una certa libertà d’interpretazione, veniva messa in scena quella nottata tra il 30 Giugno e il 1 Luglio del 1986 che vide due ragazzi della provincia veneta compiere un omicidio, diverse rapine, coinvolgendo nel complesso diciotto vittime. Tutto si concluse all’alba con l’arresto di Claudio (Claudio Bigagli) e il suicidio di Vincenzo (Dario Parisini).

Ferrario compulsa per il suo film d’esordio un episodio di cronaca che fece molto scalpore, tanto da provocare un’interrogazione parlamentare, dato che i due protagonisti erano entrambi reduci da trattamenti psichiatrici, e, dunque, si valutò, in quell’occasione, l’opportunità di istituire una vigilanza nei confronti di quei soggetti appena usciti da strutture dedite alla cura dei disturbi mentali. Pur rimanendo fedele, nel complesso, a quanto effettivamente accadde, Ferrario costruisce due personaggi assai più eterei rispetto a quelli reali, e ciò che ne risulta è un’atmosfera ancor più sospesa, giacché alla gratuità delle violenze commesse si aggiungono gli inconsueti profili psicologici degli interpreti che, per come il regista ce li presenta, paiono un po’ inverosimili nei panni dei delinquenti, seppur per caso. Ma forse Ferrario volle proprio ancor più accentuare la mancanza di un passato compromettente per far emergere, con maggior evidenza, l’incomprensibilità di un’azione che provocò tanto terrore e sconcerto nella popolazione locale. Il ritmo lento del film, la natura di road movie, il buio pesto della notte, l’incoscienza e la deresponsabilizzazione insopportabili dei due autori di tanti misfatti, lascia – e probabilmente era questo l’intento del regista – un profondo senso di angoscia in chi guarda, impotente di fronte al verificarsi di una serie di eventi che si sarebbero potuti e dovuti evitare.

Eppure Ferrario con una rapida pennellata iniziale ci restituisce lo smarrimento e lo squallore di una realtà di provincia che, sebbene fiorente dal punto di vista industriale, non fornisce alcun diversivo o possibilità di arricchimento – culturale, umano, sociale – a chi la abita, e dunque,  quel precipitare della situazione appare l’effetto (sempre ingiustificabile, sia chiaro) di un profondo stato di alienazione, da cui si cerca di evadere nel peggiore di modi. Claudio e Vincenzo non erano delinquenti, facevano uso di droghe – e forse fu questo il principale motivo di tanta irragionevolezza -,  e quella maledetta sera di un estate qualunque, senza pensarci troppo, arrabbiati non sapendo esattamente perché, realizzarono quanto di più insensato si potesse architettare. Il fatto è che improvvisarono; le violenze commesse a partire dalla vendetta consumata nei confronti di un signore che gli aveva fatto un piccolo sgarbo si concatenarono l’una con l’altra, seguendo un incontrollabile e perverso effetto domino. Giunti alla fine, dopo una notte folle, in un casolare, costrinsero il fattore a trasportarli col trattore. “Portaci verso il sole”: gli intimarono, e questa stravagante richiesta la dice lunga sulla necessità dei due giovani di trovare un mondo più accogliente che sapesse ascoltarli.

Il film di Ferrario è un salto nel buio, un brancolare disperato nel sonno della ragione, e di fronte all’abisso fatalmente scoperchiato si vive un senso di angoscia, come se si percepisse il pericolo di sprofondarvi insieme ai protagonisti. L’opera prima del regista cremonese è un pugno nello stomaco che toglie il fiato, e ciò che rimane è lo sgomento e l’impossibilità di fornire spiegazioni soddisfacenti. Ferrario ci conduce nel tappeto nero della notte del mondo, laddove “ci si rende conto che uccidere un uomo è un gesto sbagliato, ma è così facile da compiere…….”:  l’assetto etico normalmente operativo viene messo in discussione in un batter d’occhio, e si comprende come sia più facile di quanto sembri scivolare fatalmente in un vuoto in cui si riduce fino a svanire la soglia che separa il bene dal male. Un film che provoca tante suggestioni, dunque, un esordio notevole che preannunciò sin da subito il grande talento del suo autore.

Pubblicato da General Video e distribuito da CG Entertainment, La fine della notte è disponibile in dvd, in formato 1.66:1 con audio in italiano (DD 2.0) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti speciali il reportage di Valentina Pattavina.

Luca Biscontini

Trova il film su CG Entertainment

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