Per chi conosce il valore di Mario Bava è quasi un tedio dover nominare il regista americano di Edward mani di forbice e tanti altri estimatori di riconosciuto calibro, per dare giusta dignità al miglior modulatore di immagini che il nostro paese abbia mai avuto. Tanto varrebbe dire che i Black Sabbath, la band seminale le cui musiche hanno fondato il concetto di tutto il metal moderno, hanno preso il loro nome da uno dei suoi film più importanti. Perchè è quello il titolo inglese de I tre volti della paura, film a episodi che per la sola definizione dovrebbe essere definito minore (nonostante nel periodo non fosse affatto una forma da trascurare), ma che in realtà è una delle vette più alte del cinema italiano. Della forza narrativa dell’opera di Bava si è fin troppo discusso, quindi guardiamo solo al “materiale cinema” che questo trittico di corti (perchè tali sono) è stato capace di dare. Se mai il linguaggio cinematografico dovesse prendere voce a sé stante, è proprio in quest’opera triplice che dà il suo lamento più diretto. Il tempo e l’attesa sono i messaggeri del terrore nella sua forma più intima e cinematografica, talmente cosciente di sé da guardare lo spettatore negli occhi per palesarsi nella sua metafisicità. Il dvd appaga totalmente per la copiosa quantità di inserti speciali, tra i quali numerose dichiarazioni del figlio, il regista horror Lamberto Bava, Luigi Cozzi, Cameron Mitchell, Carlo Rustichelli, nonché un numero notevole di featurette. Imperdibile.
Gianluigi Perrone