Il FondiFilmFestival, organizzato dall’Associazione Giuseppe De Santis, è una di quelle manifestazioni cinematografiche che, silenziosamente ed appassionatamente, portano avanti, ormai da quindici anni, un discorso culturale di assoluto spessore. Se il Fondi ha saputo, nel corso di tutto questo tempo, assicurarsi e conservare un così alto livello di credito e di stima è stato innanzitutto grazie alla qualità di tutti i collaboratori che partecipano, a vario titolo, alle edizioni. E naturalmente l’elogio va in primis al direttore artistico Marco Grossi e all’organizzatore generale Virginio Palazzo. Una pluralità di voci dunque, che semplifica, nutre e moltiplica lo sviluppo del dibattito culturale nel e sul territorio. La conduzione dal proscenio poi, di Marco Grossi e di Virginio Palazzo, un elemento questo che si consolida sempre più negli anni, ha sempre mantenuto connotati di sobrietà: mai gridata, mai ostentata, anzi spesso svolta con garbata ironia. Detto questo, desideriamo però sottolineare quello che è l’elemento materiale, ormai comune negli anni, con cui il FondiFilmFestival deve fare, proprio di anno in anno, i conti: l’erosione del contributo con cui è possibile finanziare il programma annuale.
Il successo del Fondi comunque anche quest’anno è stato notevole, insieme alle difficoltà logistiche che certamente non mancano mai, le stime parlano che, nell’arco delle sette giornate, tra le proiezioni pomeridiane, gli incontri serali, le proiezioni a seguire, gli incontri collaterali, più di mille persone hanno applaudito gli eventi. Da lodare assolutamente la mostra allestita presso il Palazzo Caetani con i cimeli dai set di Stanley Kubrik, attraverso la capillare raccolta dell’uomo che per ben quarant’anni è stato il suo instancabile autista ed il suo insostituibile uomo di fiducia, Emilio D’Alessandro, che, partito non ancora ventenne da Cassino si è trovato a Londra, prima nel mondo delle corse automobilistiche, vissute sia come corridore che come meccanico, e poi nell’universo professionale, ma soprattutto umano del grande regista Stanley Kubrik.
Anche quest’anno il Fondi ha rispettato un parterre di ospiti davvero notevole: il regista Giuliano Montaldo, che è venuto a ricordare, a quasi un anno dalla morte, Ettore Scola, già direttore dell’associazione Giuseppe De Santis. Con Montaldo la moglie di Scola, la signora Gigliola e le figlie, Paola e Silvia, che sono poi le autrici del bel documentario dedicato al padre e presentato anche a Fondi, Ridendo e scherzando. Ritratto di un regista all’italiana. E poi gli scrittori Enrico Lancia e Fabio Melelli, quest’ultimo ha raggiunto Fondi addirittura da Perugia per partecipare al dibattito sul libro sul grande Aldo Fabrizi. Ed ancora Francesca Comencini, Lino Capolicchio, Gerry Guida, Emilio D’Alessandro, Felice Farina, Mario Balsamo, Gianfranco Pannone, Sebastian Maulucci. E il grande regista Gianni Amelio, che è venuto a consegnare il dolly d’oro “Giuseppe De Santis” per il film di Gabriele Mainetti Lo chiamavano Jeeg Robot, un film, tra l’altro, molto amato dal pubblico nazionale, ma che Fondi ancora non ha mai potuto vedere, in quanto essendo stato distribuito malissimo nei circuiti provinciali, è giunto, come ricorda Marco Grossi, “solo per una sera, a luglio, in un’arena di Sperlonga”. Continua Marco Grossi: “in fondo la nostra missione è anche questa, portare al pubblico del sud pontino quei film che distributori non illuminati non fanno arrivare…”. Di rimando Gianni Amelio: “…questi sono distributori masochisti, masochisti proprio al maiuscolo. Lo chiamavano Jeeg Robot non è assolutamente un film respingente, non è un film difficile, cervellotico. Anzi è un raro esempio di cinema alto e contemporaneamente popolare, un film come, preziosamente, si facevano una volta. Questa è la verità di questo film, che mi onoro di premiare con il dolly, un film che è anche una stretta di mano tra il critico più rigoroso ed il pubblico: un pubblico che, attraverso un film come Jeeg Robot, ama il cinema, si diverte e partecipa. Un cinema proprio come lo credeva Peppe. Perché diciamolo senza infingimenti, con sincerità: un film senza il pubblico non c’è, non esiste…”.
Gli applausi del pubblico, alle parole di Amelio, si fanno scroscianti. Una testimonianza, ancora una volta, della forza culturale del Fondi, che ha colto al volo anche l’occasione, nella stessa serata della premiazione cinematografica, di presentare al pubblico quella che è la prima volta di Gianni Amelio romanziere: il suo libro Politeama, uscito nelle librerie italiane proprio in questi giorni. Dice in ultimo Gianni Amelio: “questo è veramente un mio sogno, quello di diventare, un giorno, famosissimo come scrittore:”. A corredo applausi ancora più copiosi.
Giovanni Berardi