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Ben-Hur

Ben-Hur è la moderna trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Lew Wallace, già portato sul grande schermo nel 1959 da William Wyler. Diretta da Timur Bekmambetov e distribuita da Universal Pictures, la pellicola è disponibile nelle sale cinematografiche dal 29 Settembre 2016

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Ben-Hur è la moderna trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Lew Wallace, già portato sul grande schermo nel 1959 da William Wyler. Diretta da Timur Bekmambetov e distribuita da Universal Pictures, la pellicola è disponibile nelle sale cinematografiche dal 29 Settembre 2016.

Sinossi: 33 d.C, Gerusalemme. Giuda Ben Hur (Jack Huston) è il giovane erede della famiglia nobiliare più importante di tutta la Palestina. È un ragazzo forte, generoso e solidale verso i bisognosi, specialmente nei confronti di Messala (Toby Kebbell), un orfano considerato subito un membro della famiglia Ben Hur. Davanti al suo crescente interesse verso la sorellastra Tirzah (Sofia Balck-D’Elia) e alle loro sostanziali differenze di rango, Messala decide di recarsi a Roma per entrare a far parte dell’esercito e acquisire il prestigio necessario per sposarla. Anni dopo, torna in Palestina come fidato collaboratore di Ponzio Pilato (Pilou Asbaek) e accusa ingiustamente la famiglia di aver protetto gli zeloti e cospirato contro la Capitale. Giuda viene così mandato a lavorare per cinque anni come schiavo su una nave. Ferito nel corpo e nell’anima, il giudeo raggiunge Roma e cerca vendetta, nonostante sua moglie Ester (Nazanin Boniadi), divenuta una seguace fedele di Gesù (Rodrigo Santoro), gli mostri la forza della fede e del perdono.

Recensione: Famoso principalmente per la regia di Wanted – Scegli il tuo destino, Timur Bekmambetov si assume la responsabilità di firmare Ben-Hur, moderna trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Lew Wallace, già portato sul grande schermo nel 1959 da William Wyler e vincitore di 11 Premi Oscar. Avendo già sperimentato sulla propria pelle il faticoso lavoro di restauro di opere antiche, l’artista decide di modernizzare e attualizzare quanto possibile la più famosa epopea biblica e apocalittica di tutti i tempi. La forza del messaggio evangelico,  originariamente solo alluso e mitizzato, viene qui reso da un uomo in carne e ossa che irrompe nell’inquadratura – e nella storia stessa – divenendone il padrone assoluto. Giuda Ben Hur, infatti, soffre ben presto il confronto con lui, ne rimane scioccato e, al contempo, affascinato. Il suo deterioramento fisico e mentale ne rivela l’estrema fragilità, la grossolanità e persino la povertà di valori, mentre il Nazareno riesce a trarre forza dalla propria sofferenza e a divenire il vero Re di cui il popolo ha bisogno.

Trasformato in un tiranno selvaggio e ferino, Giuda Beh Hur si nutre soltanto del proprio odio e del proprio rancore verso una vita idilliaca persa per sempre. Continuando ad amare e odiare il fratellastro in egual misura, decide di sfidarlo sul campo e di colpirlo nel suo unico punto debole: l’orgoglio. E così, impara l’arte di padroneggiare le bighe e lo batte in una sequenza videoludica magistrale, memore della qualità pittoresca, sfarzosa e teatrale del suo autore. Nonostante la sceneggiatura curata da John Ridley (autore di 12 anni schiavo) tocchi picchi di fastidioso buonismo e inneggi una moralità esasperata, Ben-Hur, lontano anni luce dai fasti del suo originale, riesce a intrattenere piacevolmente lo spettatore dosando dramma, azione e ilarità.

Martina Calcabrini

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