Fino ad oggi, in versione italiana era stato possibile vederlo soltanto tramite la videocassetta edita a suo tempo da Magnum 3B, caratterizzata da una durata che superava di pochissimi minuti l’ora e venti.
Corrisponde, invece, a novantatré minuti circa il minutaggio dell’edizione resa disponibile su supporto dvd, da Sinister Film, de Il castello dalle porte di fuoco, diretto nel 1970 dallo spagnolo José Luis Merino, autore, tre anni più tardi, anche dello zombesco L’orgia dei morti.
Inclusa nella collana riguardante il gotico italiano e con Agostina Belli coinvolta nel ruolo di una cameriera, infatti, è una co-produzione italo-iberica quella che vede protagonista Erna Schurer nei panni della giovane Ivanna, che, dopo essersene innamorata, sposa lo scienziato che tanto l’ha voluta come assistente: Janos Dalmar alias Carlos Quiney, dedito ad esperimenti di ricostruzione dei tessuti umani e ritenuto responsabile di una serie di brutali delitti, a cominciare dalla morte del fratello, avvenuta durante un terribile incendio.
Un miscuglio di sinistra ambientazione da horror anni Sessanta e intrigo giallo thriller che, con la donna sospettosa che il marito sia una sorta di licantropo, non manca di erotismo nello sfoggiare qualche nudo femminile e mira tutt’altro che allo splatter e al sensazionalismo da effetti speciali (sebbene sia comunque presente un mostruoso trucco facciale); evolvendosi lentamente per condurre alla rivelazione finale ed individuando il suo maggiore pregio nella avvolgente, lugubre atmosfera.
E, cambiando leggermente genere, è sempre Sinister a rispolverare per il mercato dell’home video digitale tricolore l’edizione restaurata de Il ritratto di Jennie, ovvero uno dei capolavori maledetti di Hollywood, aggiudicatosi il premio Oscar per i migliori effetti speciali, ma candidato all’ambita statuetta anche per la curata fotografia di Joseph H. August (e Lee Garmes non accreditato).
Tratto dall’omonimo romanzo a firma di Robert Nathan e girato in bianco e nero, nel 1948, dallo stesso William Dieterle che si era occupato, tra l’altro, di Notre Dame e L’angelo bianco, un coinvolgente melodramma sulla memoria che, sfociante in maniera affascinante nel fantastico, risulta non poco all’avanguardia se teniamo in considerazione il suo anno di produzione.
Perché, con le fattezze del mai disprezzabile Joseph Cotten, pone al proprio centro Eben Adams, pittore irresistibilmente attratto dalla ragazza del titolo, che, incarnata da una ipnotica Jennifer Jones, scopre, in realtà, essere morta diversi anni prima.
Fornendo, così, l’innovativo ingrediente atto a trasformare quella che poteva essere una semplicissima storia d’amore in un romantico racconto per immagini destinato a lasciar intuire un forte (sotto)testo pessimista; a causa della sua capacità di suggerire allo spettatore che, forse, la propria dolce metà è vissuta in un’epoca precedente o verrà al mondo in una successiva, rendendo impossibile il loro incontro.
Entrambi i dischi sono corredati di trailer nella sezione riservata ai contenuti extra.
Francesco Lomuscio