Se ve lo siete perso quando è uscito nelle sale recuperatelo ora che è disponibile in home video. L’Universale di Federico Micali è un piccolo ma preziosissimo film che, attraverso la descrizione di un’epoca, dagli anni settanta fino ai decadenti ottanta, riesce a tracciare un itinerario umano, sociale e politico assai ricco, all’interno del quale gravitano tre personaggi, Tommaso (Francesco Turbanti), Alice (Matilda Anna Ingrid Lutz) e Marcello (Robin Mugnaini), uniti dalla comune passione per il cinema, e che, per varie ragioni, intraprendono strade diverse, separandosi e talora ritrovandosi. Ma ciò che Micali mette bene a fuoco è un rovesciamento di prospettiva decisivo, laddove ciò che viene tematizzato, sebbene con toni lievi e divertenti, è il versante della fruizione, il pubblico che in quegli anni partecipava passionalmente a tutte le splendide proiezioni del cinema Universale, il vero protagonista del film.
La voce fuori campo di Tommaso, che riferisce lo sviluppo della storia a cui si assiste, lo dice chiaramente: “All’Universale il vero spettacolo era il pubblico”, come a dire che senza uno sguardo che sia pronto a registrare la bellezza, dove essa di mostra, decade anche la possibilità di produrre un’opera; la sala cinematografica, come luogo di aggregazione, in cui si consumava una significativa liturgia comunitaria, viene resuscitata, riportata gioiosamente in vita, con tutti i suoi riti, comprese quelle pittoresche interazioni degli spettatori, che esprimevano a voce alta, infischiandosene di disturbare la visione altrui, il proprio lapidario giudizio sul film che appariva sullo schermo. La macchina da presa di Micali si volge innanzitutto e per lo più verso la platea, producendo un’inversione di prospettiva che invita a ripensare il rapporto tra opera e fruitore: insomma non c’è spettacolo senza pubblico, giacché è a partire da esso che s’innesca un movimento capace di dare corpo a una relazione osmotica (come è detto nella tesi di laurea di Tommaso……), in cui vige un piano d’immanenza, dove non è più possibile distinguere, tanta è la prossimità, i due termini della relazione (cinema-spettatore).
Ma L’Universale, oltre a veicolare questa non scontata riflessione, ci parla di tante altre cose, di com’era il nostro paese, di quale era l’atmosfera che si respirava durante gli esaltanti e tragici anni settanta: l’amore libero, lo stile di vita delle comuni, la lotta politica, anche armata, l’uso indiscriminato di droghe, culminato con la diffusione dell’eroina, che mietè tantissime vittime, forse assecondando una strategia occulta per contenere il dilagante antagonismo. E Tommaso, un po’ come il Forrest Gump di Zemeckis, passa attraverso tutte queste vicissitudini rimanendo miracolosamente illeso, potendo così testimoniare con esattezza e rigore quanto accadde durante quel periodo, lui che quella confusione, quel senso di libertà e angoscia, l’aveva vissuta sulla propria pelle.
Bertolucci, Kurosawa, Bergman, Hitchcock, Godard, il cinema sovietico: l’Universale divenne a Firenze il punto di contatto tra intellettuali, freakkettoni, gente del popolo, un’umanità assai variegata che lo frequentava, accomunata da una passione irrefrenabile, quella della sala cinematografica. Non si diceva: “Andiamo a vedere Ultimo tango a Parigi”, ma: ”Andiamo all’Universale”. La sala, innanzitutto, come luogo di incontro e aggregazione. Un film, dunque, quello di Micali, che è un atto d’amore per un modo di fruire il cinema che si è quasi completamente perduto, tranne i rari casi di alcune piccola realtà che eroicamente resistono. Un monito, il suo, a ridare linfa a quella dimensione comunitaria che la virtualizzazione dell’etere internettiana pare avere definitivamente demolito. Un invito a ritrovarsi per confrontarsi, discutere, essere parte di un sentire comune, di contro all’isolamento disperato veicolato dalle nuove tecnologie.
Pubblicato da L’occhio e la luna e distribuito da CG Entertainment, L’Universale è disponibile in dvd in formato 2,35:1, con audio in italiano (DD 5.1) e sottotitoli per non udenti. Nei contenuti speciali il Backstage (con interviste al regista e agli attori) e il trailer.
Luca Biscontini
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