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FESTIVAL DI CINEMA

Premiati i cortometraggi vincitori Bosa Animation Awards

Israeliani e Palestinesi come due gemelli siamesi dai corpi e dai destini intrecciati. Perennemente in conflitto per sopravvivere attraverso la distruzione dell’altro. È l’immagine scelta, per raccontare una delle guerre più sanguinose del secolo scorso e di quello attuale, da “The cabinet decision” (Israele) di Mayan Engelman, il cortometraggio vincitore della seconda edizione del Bosa Animation Awards

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Bosa Animation Awards: vince un corto sul conflitto Israeliani-Palestinesi

            Assegnate due menzioni speciali a due lavori che arrivano dal Vietnam e dalla Russia

Israeliani e Palestinesi come due gemelli siamesi dai corpi e dai destini intrecciati. Perennemente in conflitto per sopravvivere attraverso la distruzione dell’altro. È l’immagine scelta, per raccontare una delle guerre più sanguinose del secolo scorso e di quello attuale, da “The cabinet decision” (Israele) di Mayan Engelman, il cortometraggio vincitore della seconda edizione del Bosa Animation Awards. La giuria – formata dal giornalista Paolo Mastino e dagli animatori Silvia Capitta, Alessandro Mattei e Ruben Pirito – l’ha scelto tra diciotto lavori in concorso provenienti da tutto il mondo «per l’originalità e l’efficacia della metafora utilizzata per parlare di uno dei più grandi conflitti dell’epoca moderna». Ad affascinare i giurati sono stati il linguaggio filmico utilizzato, che ricorda «i toni di un’intervista scientifica, fredda e razionale», la capacità di sintesi, la forza «dell’animazione, dell’illuminazione e della resa grafica, sia nell’ambientazione interna che nelle parti più astratte».

La giuria ha assegnato anche due menzioni speciali all’animazione vietnamita “Gyros dance” di Piotr Loc Hoang Ngoc, per l’ironia e l’attualità di una tenera vicenda d’amore e di comprensione che parla «di topi antropomorfi che ballano in un talent show scolpendo kebab”, e a quella russa “About a mother” di Dina Velikovskaya: la storia di una madre, «rappresentativa dei tempi moderni, raccontata con un linguaggio internazionale e descritta con un tratto particolare di natura tribale che ne esalta i personaggi e l’ambientazione».

Con la seconda edizione appena conclusa, il Bosa Animation Awards – organizzato dal Comune di Bosa e dal Cineclub Sassari, come sezione del Sardinia Film Festival –  si è riconfermato quest’anno un evento capace di attrarre, divertire e interessare un pubblico di tutte le età, dagli adulti ai bambini, non solo di residenti ma anche di turisti. Pienamente soddisfatta l’amministrazione comunale: «Spero che questa manifestazione possa andare avanti negli anni», ha detto l’assessore alla Cultura, Fofo Campus, durante la serata finale. Il BAA è al momento l’unico festival internazionale in Sardegna dedicato all’animazione, e come ha sottolineato il direttore artistico Carlo Dessì, «contribuisce a diffondere la conoscenza dell’isola, e in particolare della splendida città di Bosa, in tutto il mondo attraverso il passa parola degli artisti che vi partecipano con le loro opere». Opere che quest’anno sono arrivate dalVietnam, dalla Francia, dal Messico, dalla Turchia, dalla Germania, da Israele, dalla Colombia, dall’Argentina, dallaRussia, dalla Spagna e naturalmente dall’Italia.

Le diciotto animazioni in concorso, realizzate con una grande profusione di tecniche(2D, 3D, stop motion, rotoscopio, disegno a mano o incisione su legno, mix di immagini reali e animazioni), hanno toccato un ampio ventaglio di temi: dalla politica alla religione, dai rapporti di coppia al tema della maternità, senza tralasciare il divertimento fine e a se stesso e l’avventura. «Si pensa spesso che l’animazione sia solo un divertimento per bambini – ha detto, durante la serata finale, il direttore  artistico Carlo Dessì –  ma in realtà è un mezzo per parlare con leggerezza, e allo stesso tempo con profondità e uno sguardo inedito, di temi contemporanei importanti. Inoltre – ha aggiunto – per realizzare un cortometraggio animato è necessario il lavoro di tantissimi professionisti, come si capisce scorrendo i titoli di coda. Basti pensare che per un solo minuto occorrono circa millecinquecento fotografie».

Un lavoro impegnativo che il pubblico ha potuto valutare di persona attraverso la visione di un filmato sul dietro le quinte di un cortometraggio in stop motion. E anche con la proiezione di un breve corto realizzato, nei giorni del festival, durante un laboratorio sul cinema al quale hanno partecipato gli alunni della scuola primaria di Bosa. E, infine, con la proiezione della sigla del festival, un omaggio in stop motion a Bosa e al BAA, realizzato nel corso di un laboratorio della Società Umanitaria di Alghero, diretto dal regista Marco Antonio Pani e dall’animatrice Michela Anedda.

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