Hugo Cabret è un film del 2011 diretto da Martin Scorsese. È il primo film di Scorsese in 3D ed è stato un enorme successo. Il film è stato candidato a 11 nomination per il Premio Oscar vincendo in totale 5 statuette come migliore fotografia, miglior scenografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali. Al regista è andato il prestigioso Golden Globe, premio come migliore regia.
La pellicola si ispira al romanzo per ragazzi scritto dallo scrittore Americano Brian Selznick. Racconta delle vicende di un giovane ragazzo di dodici anni dal nome Hugo che vive nella Parigi degli anni ’30. Il ragazzo è già orfano di madre, ma la vita lo metterà di fronte a crudeli realtà dove sopravvivere è molto difficile.
Hugo vive col padre che per vivere fa l’orologiaio e lavora anche in un museo. Un giorno, il padre trova tra gli oggetti abbandonati del museo un robot, un automa, e questo appassiona sia l’uomo che il figlio Hugo che decidono di ripararlo e rimetterlo in funzione.
Le cose, però, non vanno nel verso giusto e il padre del piccolo Hugo rimane vittima di un incendio che brucia interamente il museo. Adesso, il ragazzo si trova senza affetti, solo uno zio che si fa aiutare nella manutenzione degli orologi della stazione ferroviaria. Il ragazzino non si dimentica di aggiustare, nel frattempo, l’automa per mantenere vivo anche il sogno del padre. Mentre vaga in stazione non perde occasioni per rubare pezzi di orologi e ricavarne ingranaggi importanti per il suo robot.
Ma quando le cose devono andare storte così vanno. Anche lo zio di Hugo decede e cosi’ il ragazzo si ritrova completamente da solo. Hugo decide di sostituirsi, di nascosto, allo zio e rimane a vivere nei posti nascosti della stazione con il suo automa. Il robot è diventato per Hugo la sua famiglia e in un certo modo succedono avvenimenti misteriosi tra i due. Al ragazzo sembra di percepire il padre tramite l’amico automa.
Ed è proprio il robot che salverà la vita del ragazzo orfano e povero. Infatti, l’amico composto da pezzi meccanici è stato costruito da un famoso regista della città, Georges Melies, divenuto giocattolaio per via della distruzione portata dalla guerra. Il chiosco di giocattoli dell’uomo si trova proprio in stazione ed è lì che Hugo conosce Georges. L’uomo vive con la nipote Isabelle, anche lei rimasta orfana.
Il quadro della situazione si fa più lieto. Tra i due ragazzini nasce la fantasia della vita, così come è giusto che sia a quella età, e il giocattolaio aiuta il ragazzo a crescere e riparare il suo automa.
Alcune note interessanti del film sono delle citazioni e riferimenti storici di alcune scene. Per esempio, durante una delle fughe di Hugo si intravedono seduti ai tavolini della stazione Salvador Dalì e James Joyce che guardano un quadro.
In un’altra scena, quando Hugo sogna di trovare la chiave a forma di cuore per il funzionamento dell’automa si fa riferimento all’incidente ferroviario del 1895 a Parigi Montparnasse.
Quando Hugo rimane appeso all’ago del grande orologio della stazione ferroviaria si capisce che sia tratta dalla scena del film Preferisco l’ascensore dove l’attore Harold Lloyd, arrampicatosi a un grattacielo, cade e rimane appeso alla lancetta di un orologio del palazzo.