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Festival del Film di Locarno: Il nido di Klaudia Reynicke (Concorso Cineasti del presente)

Interamente girato tra i suggestivi paesaggi del Canton Ticino e del Sud Tirolo, Il nido, gravido di temi ancestrali, ci conduce nella vita quotidiana di un microcosmo apparentemente inoffensivo e si fa metafora lirica di un immaginario – sociale e politico – in fondo sempre attuale

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La messa in scena della realtà è essa stessa realtà, ma anche la più grossolana menzogna mette in movimento personaggi inattesi, che muteranno le conseguenze di una storia già scritta. Si svela lentamente la trama di questo film esordiente, dal ritmo narrativo equilibrato – la cui sceneggiatura sembra omaggiare la tragedia classica – pur lasciando intuire fin dalle prime battute un colpo di scena che non tarda ad arrivare. Su una tela mistica, la cui luce evoca a tratti le atmosfere pittoriche di Jan Vermeer, si distingue Cora, una giovane ragazza che ritorna a Bucco, suo paese d’origine, come spesso molti giovani tornano al nido prima di spiccare definitivamente il volo. Qui l’inattesa ricomparsa di uno straniero, Ettore, fa scricchiolare i consolidati rituali della tranquilla comunità montana di Bucco, che ha costruito la sua identità sociale sulla miracolosa apparizione della Vergine Maria. A tessere le fila un’anziana madre divenuta nonna (interpretata da un’austera Sonia Gessner), osservante e bigotta, che non si fa scrupolo a sacrificare i suoi figli pur di salvare la sua immagine pubblica. Ma la realtà e la fede, devono almeno ogni tanto incontrare la verità per esserne autentica testimonianza. Inaspettatamente qualcosa sfugge al potere mondano del controllo sociale: un infausto presagio, i discendenti che sembrano esser tornati per disobbedire e vendicare, il demone della follia che viene a illuminare le zone d’ombra. Un cane, come un ambivalente totem della fedeltà e del branco, si fa anch’egli filo conduttore della semiotica narrativa. Al bivio tra almeno due possibili conclusioni, ciascuno è infine libero di scegliere chi vuole essere.

Interamente girato tra i suggestivi paesaggi del Canton Ticino e del Sud Tirolo, Il nido, gravido di temi ancestrali, ci conduce nella vita quotidiana di un microcosmo apparentemente inoffensivo e si fa metafora lirica di un immaginario – sociale e politico – in fondo sempre attuale: l’extra-comunitario, la discrepanza tra il reale e l’ideale perseguito a scapito della verità, la dolorosa costruzione dell’identità individuale e collettiva, la vanesia volontà di auto-celebrazione come trofeo di se stessi, la vendetta e il perdono, il ghenos. Scritto e diretto da Klaudia Reynicke, Il nido è stato presentato in prima visione mondiale al Festival del film di Locarno nella sezione di Concorso Cineasti del presente, dopo un lungo lavoro di post-produzione e di “attesa” – la Reynicke è infatti prossima a diventare mamma per la seconda volta. Primo lungometraggio di finzione per la regista di origini svizzero-peruviane, in quest’esordio si avvale di un cast di tutto rispetto. Pur non intascando alcun premio da parte della giuria (presieduta da Dario Argento) il film ha riscosso interesse da parte del pubblico festivaliero, affollando le sale di proiezione che hanno registrato l’overbooking. La fotografia è convincente e nobilita una sceneggiatura lineare e minimalista che, senza strafare, lascia spazio alla psicologia dei personaggi; la colonna sonora è ben curata e accompagna in sottofondo l’intreccio del racconto senza distorcere le emozioni, che emergono perlopiù dalla poetica degli impeccabili interpreti. Prodotto da AMKA con il sostegno di Rai Cinema e Tempesta, è una tra le non numerosissime proposte che coinvolge l’Italia in questa 69^ edizione del festival. Nei ruoli di Cora ed Ettore, come attori protagonisti, la giovane e poliedrica artista Ondina Quadri, formazione teatrale, già premiata come miglior attrice esordiente nelle Giornate degli Autori a Venezia 72 per Arianna (2015, regia di Carlo Lavagna), e Fabrizio Rongione (il giornalista belga in Diaz – Non pulire questo sangue).

Facciamo tanti auguri alla Reynicke e rimaniamo in attesa di sapere come il film verrà distribuito in Italia.

Maria Chiara Salvini

  • Anno: 2016
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Filmcoopi Zürich
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Svizzera, Italia
  • Regia: Klaudia Reynicke

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