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In Sala

1001 Grammi

1001 grammi è un film onesto, semplice, che non tenta, come avrebbe potuto, di intraprendere itinerari filosofici attraverso cui trastullare il pubblico (e trastullarsi), bensì denuncia con solarità una certa deriva postmoderna sempre più attratta da un’ideale di vita contrassegnato dall’occultamento sistematico dell’emotività. Una buona occasione, dunque, per rivalutare la propria posizione rispetto alla vita interiore. Distribuito da Movies Inspired

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Sinossi: Marie è un’impiegata di fiducia dell’Istituto di Metrologia Norvegese, l’organizzazione responsabile delle norme nazionali in materia di misurazioni. Il lavoro di Marie consiste nell’attraversare la Norvegia per controllare bilance postali, contatori del gas e atri apparecchi di misurazione in modo che possano essere certificati. All’Istituto di Metrologia Norvegese nulla è lasciato al caso. Eppure, le vie imperscrutabili del destino portano Marie, zelante e riservata, fino a Parigi per verificare il chilo norvegese. Il fatto che il chilo internazionale si trovi a Parigi, città di fredda scienza e forti emozioni, avrà un impatto enorme sulla vita di Marie, solitamente così stoica. Marie si renderà conto che che viene messo sul piatto della bilancia il suo campione di riferimento della delusione, della sofferenza ma soprattutto dell’amore.

Recensione: Bent Hamer, il regista norvegese noto per il folgorante esordio, Eggs (1995), e per i successivi Racconti di cucina (2003), e Factotum (2005), trasposizione del romanzo di Charles Bukowski, interpretato da Matt Dillon, con 1001 Grammi si cimenta con il lato imponderabile della vita, con ciò che sistematicamente sfugge ad un atteggiamento ‘intenzionale’ che vorrebbe ossessivamente utilizzare un parametro sempre valido per affrontare tutti quegli eventi che di volta in volta si presentano.

Marie (una pietrificata Ane Dahl Torp) lavora nell’istituto di metrologia norvegese, e si dedica instancabilmente assieme ai suoi colleghi alla realizzazione del prototipo dell’unità di misura del chilogrammo, il riferimento che ciascun paese produce e conserva per stabilire l’esattezza delle misure. Le viene affidato l’incarico di raggiungere Parigi per partecipare a un simposio, dove incontra i delegati delle altre nazioni, ciascuno dotato del proprio esemplare per la misurazione. Nel frattempo, però, l’occhio di Hamer si sofferma sulla vita privata della protagonista, che è funestata da una separazione in corso dall’ex marito – il quale inesorabilmente asporta dalla sua casa ogni oggetto che gli appartiene, fino a spogliarla completamente – e dall’improvviso malore del padre che poco dopo muore. Assistiamo anche alla miseria della sua esistenza, laddove, quando rientra dal lavoro, non sa fare altro che bere del vino rosso e fumare, attorniata dal silenzio tombale della propria abitazione, tutta intrisa di un senso di desolazione e morte. Impossibile, in tal senso, non notare un’evidente analogia tra il personaggio tratteggiato da Hamer e i reietti, diseredati, antieroi, tipici del cinema del finlandese Aki Kaurismäki, con cui 1001 Grammi pare avere un rapporto di parentela, se non altro per la recitazione in sottrazione della Torp, tutta contratta nella mimica facciale e contenuta nei movimenti, quasi si muovesse su un terreno fragilissimo su cui teme di affondare. Sarà l’incontro con Pi (Laurent Stocker) l’occasione per rimettere in discussione l’asetticità e l’aridità di una vita ancora troppo lunga per essere abbandonata in un abisso privo di luce e speranza.

1001 grammi, dunque, è un film onesto, semplice, che non tenta, come avrebbe potuto, di intraprendere itinerari filosofici attraverso cui trastullare il pubblico (e trastullarsi), bensì denuncia con solarità una certa deriva postmoderna che, grazie anche alla diffusione massiva delle nuove tecnologie, è sempre più attratta da un’ideale di vita contrassegnato dall’occultamento sistematico dell’emotività, considerata come un nervo scoperto, che può essere solo fonte di preoccupazioni e sofferenze. Il dolore, però, irrompe, anche malgrado noi, e, allora, ciò che in precedenza si era accuratamente evitato diviene, paradossalmente, l’evento grazie a cui ricontattare quel mondo interiore troppo spesso trascurato e a partire da cui ritrovare una nuova linfa rigenerante. Il finale giocoso del film è un inno alla speranza, un invito a non sottovalutare mai la possibilità (reale) di essere, almeno per un fugace periodo della nostra vita che però rimarrà memorabile, felici.

Distribuito da Movies Inspired 1001 Grammi è disponibile nelle sale italiane dall’11 Agosto. Una buona occasione per fare nuovamente il punto sulle nostre vite.

Luca Biscontini

  • Anno: 2014
  • Durata: 93'
  • Distribuzione: Movies Inspired
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Norvegia, Germania
  • Regia: Bent Hamer
  • Data di uscita: 11-August-2016

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