“Dopo l’avvincente genesi dell’eroe di ‘ferro’ operata dal regista newyorkese Jon Favreau, arriva sui fragranti ‘schermi di pop-corn’ l’atteso sequel di Iron Man”.
Dopo l’avvincente genesi dell’eroe di ‘ferro’ operata dal regista newyorkese Jon Favreau, arriva sui fragranti ‘schermi di pop-corn’ l’atteso sequel di Iron Man. Il primo film, datato 2008, si era distinto per il suo equilibrato misto di elementi in grado di soddisfare efficacemente le aspettative di un pubblico eterogeneo, attratto dalla seducente ‘maschera’ di Robert Downey Jr. e da un brillante team creativo. Rievocarne le atmosfere non sarebbe stato, di certo, facile, ma la sfida piace ed il sentiero era già stato battuto una volta con successo. Forte di un rimpolpato cast contenente, fra l’altro, Scarlett Johansson, Mickey Rourke, Samuel L. Jackson e l’immancabile Gwyneth Paltrow, alias Pepper Potts, ‘segretaria’ dell’impero Stark, il regista si affida, stavolta, alla sceneggiatura di Justin Theroux, l’uomo che aveva lavorato a fianco di Ben Stiller in “Tropic Thunder”.
La narrazione riprende dalla dichiarazione ufficiale di Tony Stark durante la quale aveva rivelato a tutto il mondo, la sua vera identità; un episodio che risuona persino nella ‘madre’ Russia dove la ritroviamo nel proemio di Ivan Vanko (Mickey Rourke), ovvero, Whiplash, la nuova spina nel fianco di Iron Man. Eroe non convenzionale per eccellenza, cinico ed intelligente, ma dominato da uno spasmodico egocentrismo, Tony dovrà combattere contro le ombre del passato della Stark, rincorrendo le idee e i sogni del padre Howard, mentre tiene a bada un governo che rivendica il controllo della sua tecnologia. Ma che cosa accadrebbe se qualcuno entrasse in possesso delle sue stesse armi? Quali gli effetti collaterali per colui che ha “privatizzato con successo la pace”?
Le difficoltà non arrivano mai da sole e, oltre alle nuove minacce, il protagonista sarà costretto ad affrontare una lotta contro il tempo per ottenere un rimedio alternativo al palladio, l’elemento, fonte del suo stesso potere, che lo sta gradualmente divorando. A risentirne, in questo pot-pourri di concatenati eventi sarà proprio il rapporto con Pepper Potts, ridotto a spauracchio lavorativo e lontano anni luce dal gradevole flirt del primo film. Chi si aspettava di vedere un ‘triangolo amoroso’ tra Paltrow-Downey-Scarlet verrà disilluso, malgrado quest’ultima, in alcune sequenze, sappia farsi apprezzare nei panni della ‘Vedova Nera’.
Tuttavia, l’adrenalina di alcune sequenze ‘fa a pugni’ con le insolite performance del miliardario ‘su di giri’ che si scontra con il fidato Rhodey (War Machine) sulle note di “Robot Rock”, il brano dei Daft Punk, estratto dall’album “Human After All”, che la dice un po’ lunga sul suo singolare comportamento. In quest’ottica viene ridisegnato anche il duello con Whiplash che risulta, infine, deludente e non all’altezza dei grandi villain del cinema. In sostanza, un ‘déjà vu’ dove a nulla valgono i favori del titolo precedente: l’ago della bilancia di Iron Man 2 si trova inequivocabilmente in difetto. Eppure le premesse c’erano tutte, compreso il talento di Robert Downey Jr. Per l’attore reduce dal film “Sherlock Holmes” è solo ‘normale amministrazione’, poiché, completamente a suo agio, sa abilmente interpretare ogni sfumatura del personaggio. Chissà se in futuro riuscirà ancora ad arginare e scindere le due personalità di Tony-Downey?
G. M. Ireneo Alessi
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