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Michele Diomà chiarisce le sue ragioni nella polemica con Daniele Vicari

Parla il regista Michele Diomà: “In questi ultimi giorni, sono stato, mio malgrado, trascinato in una polemica dal regista Daniele Vicari a causa di un mio commento ad un suo articolo, nonostante io non lo abbia insultato, né sul piano personale, né per il suo film Diaz

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Parla il regista Michele Diomà: “In questi ultimi giorni, sono stato, mio malgrado, trascinato in una polemica dal regista Daniele Vicari a causa di un mio commento ad un suo articolo, nonostante io non lo abbia insultato, né sul piano personale, né per il suo film Diaz. Nel mio commento mi limitavo a sottolineare il fatto che Francesco Rosi in Le mani sulla città, identificava i responsabili di una speculazione edilizia che aveva sfigurato Napoli. Responsabilità di una classe politica che era al potere, anche se chiaramente narrata con nomi di fantasia. Scelta estetica intelligentissima, applicata più di recente con efficacia anche nella serie Gomorra per esempio, che personalmente trovo la più alta espressione di cinema italiano degli ultimi anni.

Daniele Vicari

Nel mio commento dopo aver scritto, in maniera non ironica “Sottoscrivo in pieno”, mi riferivo al senso dell’articolo di Daniele Vicari, ponevo un’altra questione, non in merito al suo film Diaz, ma in merito all’articolo che avevo appena letto, a chi facesse riferimento quando, giustamente, sosteneva la seguente tesi: “Quella frattura che abbiamo sperimentato a Genova io credo sia alla base di ciò che definiamo “crisi di rappresentanza”, ha spazzato via la credibilità di tutti gli organi dello Stato, compresa la politica, anzi soprattutto la politica. E’ difficile credere in una politica che non fa nulla per sanare quella ferita attraverso opportuni interventi legislativi, una politica che ormai è totalmente incapace di fronteggiare il minimo conflitto sociale”, dunque io, chiedevo a Daniele a quale partito politico stesse alludendo. Non altro. Io non ho mai detto, né penso che il produttore Domenico Procacci e Daniele Vicari siano, come ha scritto il mio illustre collega, attribuendomene il pensiero: “servi della polizia”. Come si può leggere in questo link.

Ciò detto, purtroppo, nonostante, io, in maniera civile e rispettosa abbia provato a chiarire questo punto via Facebook, sono stato successivamente menzionato in varie interviste rilasciate da Daniele Vicari, in cui le mie parole, venivano interpretate, sottoponendomi ad un vero e proprio processo alle intenzioni, con tanto di tifo da stadio tra i commenti dell’account di Daniele. Ritengo il fatto ingiusto nei miei confronti. Tuttavia per mettere una definitiva parola fine a questo fraintendimento, chiedo a Daniele Vicari di avere rispetto per la categoria che entrambi rappresentiamo e di stringerci virtualmente la mano. Se vorrà Daniele, da buon napoletano quale sono, possiamo vederci di persona e gli offro un caffè, anche se a Roma non è granché”.

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