American Ultra è la psichedelica e confusionaria action commedy interpretata da Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Diretta da Nima Nourizadeh e distribuita da Leone Film Group e Key Films, la pellicola è disponibile nelle sale italiane dal 30 Giugno 2016.
Sinossi: Nella perversa cittadina americana di Clerks, dove alcool, droghe e marijuana si consumano più dei beni primari, Mike Howell (Jesse Eisenberg) e Phoebe (Kristen Stewart), nonostante le loro evidenti differenze, si amano alla follia. Lui è un ragazzo particolare, strambo e talmente pieno di fobie da non riuscire a lasciare la città; lei è una giovane donna comprensiva e sensibile che lo aiuta a superare tutti i suoi momenti di crisi. Un giorno, una sconosciuta “sblocca” Mike e lo trasforma in un addestratissimo agente segreto della CIA che dovrà impedire la pericolosa manovra politica del corrotto membro del governo Adrian Yates (Topher Grace).
Recensione: In un futuro apocalittico in cui la droga non ha bisogno di alcun permesso legale per impossessarsi delle menti e dei corpi degli esseri umani, i sentimenti e le emozioni sono quasi del tutto assenti. Fortunatamente la coppia dei giovani protagonisti dimostra agli spettatori sin dai primi fotogrammi che il loro amore è talmente forte da superare le paure e le ipocondrie di uno di loro. Nonostante la vorace dipendenza fisica e psicologica dalle sostanze stupefacenti che gli permettono di sentirsi vivi, Mike e Phoebe conducono una vita normale, monotona e perfettamente inquadrata nei canoni sociali previsti dal sistema. Quando improvvisamente si accorgono che Mike è una sorta di Terminator spietato e assetato di sangue che uccide vittime e carnefici anche a mani nude, i due non si scompongono minimamente, ma si limitano a ironizzare sulla loro situazione paradossale.
Lo sceneggiatore Max Landis – ideatore di Victor: La storia del Dottor Frankenstein e di Chronicle – unisce quindi, sin dalle prime scene, elementi davvero esageratamente controversi per risultare omogenei: ironia, satira, azione, fantascienza e un pizzico di thriller. Troppi generi fusi insieme, dunque, che il regista Nima Nourizadeh – autore anche di Project X: Una festa che spacca – fatica a tenere insieme. Utilizza virtuosismi registici per animare i dialoghi banali tra i suoi personaggi, ricorre a rallenti e zoomate per animare le vicende, cita gli splatter movies firmati da Tarantino e Rodriguez, ma non riesce a convincersi del progetto neanche lui. Un disastro su tutti i fronti.
Martina Calcabrini