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Star Trek Beyond

L’intuizione che porta Star Trek Beyond ad essere non solo all’altezza dei due precedenti film, ma addirittura a superarli in termini di puro entertainment, è l’azzeramento totale di qualsiasi momento di stasi. Si esce dalla sala pienamente appagati, con la sensazione che il vero gioiello sci-fi di questa stagione cinematografica sia questo Star Trek Beyond

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Sinossi: L’USS Enterprise è ormai al terzo anno di una missione esplorativa quinquennale e l’equipaggio inizia ad accusare i primi segni di stanchezza. Il Capitano Kirk, soprattutto, accusa il peso di una routine che lo spinge a farsi delle domande sul senso del proprio ruolo. Durante una sosta tecnica presso una grande stazione orbitante, Kirk e i suoi assumono l’impegno di trarre in salvo un intero equipaggio disperso su un pianeta sconosciuto, ignari della trappola ordita dallo spietato Krall ai danni dell’intera Federazione. Una volta giunti sul posto, infatti, l’Enterprise subisce l’attacco di una flotta di astronavi incredibilmente simili ad api che li costringe ad un atterraggio d’emergenza in un ambiente ostile. Qui, per Kirk, Spock, McCoy e gli altri avrà inizio una lotta per la sopravvivenza senza precedenti.

Recensione: Della trama di questo terzo atto della rinascita – estetica prima ancora che testuale – della saga sci-fi creata nel 1966 da Gene Roddenberry magari è meglio non dire altro, ché i fan più ortodossi, si sa, sono persone piuttosto sensibili all’eccesso di informazioni. Ciò su cui invece è magari più importante dilungarsi un attimo è come il passaggio di testimone dietro la macchina da presa da J.J. Abrams a un carneade della regia come Justin Lin appaia fluido e del tutto privo di conseguenze negative sulla coerenza interna. Il regista taiwanese infatti, forte della sua pluriennale esperienza su un altro franchising (Fast and Furious), si rivela una scelta azzeccatissima nel suo adattare la propria mancanza di uno stile autoriale forte agli standard settati in precedenza dal demiurgo Abrams, qui presente solo in veste di produttore. Il resto lo fa un script intelligentissimo che, da un lato, miscela senza soluzione di continuità fantascienza di stampo classico e ironia mentre, dall’altro, ragiona in maniera adorabilmente metatestuale sui meccanismi principali alla base di una serie che dura ormai da mezzo secolo. L’incipit del film in questo senso è esemplare, con un Kirk stanco che si interroga sull’opportunità di proseguire o meno quel viaggio interstellare.

Immaginiamo che i dubbi del protagonista siano i medesimi di chiunque si sia trovato nella difficile posizione di dover dire qualcosa di nuovo avendo a disposizione del materiale narrativo ormai usurato all’inverosimile. Simon Pegg e Doug Jung – chiamati dalla produzione a riscrivere la sceneggiatura dopo l’abbandono di Roberto Orci – decidono di puntare sull’azione, costruendo una struttura tutto sommato archetipica, simile in sostanza a una qualsiasi puntata della serie TV, in cui l’equipaggio dell’Enterprise si trova disperso su un pianeta ostile e ingaggia una lotta contro il nemico di turno. L’intuizione che porta Star Trek Beyond ad essere non solo all’altezza dei due precedenti film, ma addirittura a superarli in termini di puro entertainment, è l’azzeramento totale di qualsiasi momento di stasi. Dopo il breve prologo di cui sopra, infatti, l’opera diventa un flusso ininterrotto di inseguimenti e scontri a fuoco, resi ancora più divertenti dal fatto che la dispersione iniziale dell’equipaggio, e la conseguente formazione di diverse coppie di personaggi, crea di fatto tre subplot che corrispondono a tre diverse tipologie di film, dall’esilarante buddy movie della coppia Spock/McCoy all’escape plan di Uhura e Sulu.

C’è anche da dire che la strada, da un punto di vista narrativo, era già perfettamente spianata da un primo capitolo che spiegava la genesi dell’equipaggio dell’Enterprise e un secondo (Into Darkness) che ne cementava i rapporti all’interno, per cui qui c’era solo da riprendere le fila di un discorso interrotto tre anni fa e divertirsi. E, durante la visione, ci si diverte moltissimo, anche grazie a effetti speciali impressionanti per verosimiglianza e a un 3D, per una volta, non puramente accessorio. Per dire che in tempi di totale assuefazione alla CGI è difficile che un film del genere lasci davvero di stucco, mentre qui, in almeno un paio di occasioni, accade.

Il resto la fa un cast ormai rodato (Chris Pine e Zachary Quinto ormai sono oggettivamente Kirk e Spock e non più una curiosa declinazione giovanile di William Shatner e Leonard Nimoy) a cui, per l’occasione, si aggiunge un irriconoscibile Idris Elba nel ruolo del villain di turno.

Si esce dalla sala pienamente appagati, con la sensazione che il vero gioiello sci-fi di questa stagione cinematografica sia questo Star Trek Beyond piuttosto che il più cauto – e presumibilmente costoso – Star Wars: Il risveglio della forza per lavorare al quale J.J. Abrams è stato costretto a scendere dall’Enterprise.

Fabio Giusti

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