Film da Vedere

I quattro dell’apocalisse di Lucio Fulci

I quattro dell’apocalisse è un film del 1975, diretto da Lucio Fulci, con Fabio Testi. Esistono diverse versioni del film. A causa della crudezza di alcune scene all’uscita nelle sale la versione originale del film ricevette il divieto per i minori di 18 anni. Il film è stato uno tra i 32 film scelti per la retrospettiva dedicata agli spaghetti-western durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2007

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I quattro dell’apocalisse è un film del 1975, diretto da Lucio Fulci, con Fabio Testi. Esistono diverse versioni del film. A causa della crudezza di alcune scene all’uscita nelle sale la versione originale del film ricevette il divieto per i minori di 18 anni. Per ottenere un abbassamento del divieto a 14 anni, il produttore fece tagliare molte delle scene più crude, realizzando così la seconda versione, ma il divieto venne lasciato comunque ai minori di 18 anni. In seguito però, alcune di queste scene sono state reintegrate. Il film è stato uno tra i 32 film scelti per la retrospettiva dedicata agli spaghetti-western durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2007.

Stubby Preston, un baro, arriva in un piccolo paese del West preceduto dalla sua fama. Lo stesso giorno, lo sceriffo lo arresta e lo chiude in cella. Durante la notte, però, una banda di uomini incappucciati fa irruzione nel paese e compie una strage. Così Preston viene liberato e si trova a dover vagare per il deserto insieme ad alcuni compagni di viaggio molto particolari: c’è Bunny, una prostituta incinta; Burt, un pazzoide di colore, ed infine l’ubriacone Clem. Nel deserto il gruppo s’imbatte nello spregevole Chaco che, dopo aver violentato Bunny, ferisce gravemente Clem, uccidendolo. Mentre Burt perde del tutto la ragione, per Bunny si avvicina il momento del parto. Fortunatamente arriva in loro aiuto il reverendo Sullivan che li conduce in un villaggio di minatori. Qui Bunny muore dando alla luce il suo bambino e Stubby, dopo aver affidato il neonato ai minatori, si rimette in marcia. Il suo nuovo obiettivo sarà vendicarsi di Chaco.

Ennio De Concini scrisse la sceneggiatura di questo film ispirandosi ad una serie di racconti del 1868 pubblicati da Francis Brett Harte con il titolo di “The luck of roaring camp”. In una intervista, Tomas Milian dichiarò che per la caratterizzazione del suo crudelissimo personaggio si era ispirato a Charles Manson, il serial killer capo della setta omicida conosciuta come “La Famiglia Manson” e responsabile fra l’altro della strage in cui trovò la morte Sharon Tate moglie del regista Roman Polanski. Tomas Milian, in questo come in altri film italiani di produzione internazionale (ad esempio Tepepa), ha recitato in inglese e poi si è doppiato da sé in italiano.

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