Psyco (Psycho) è un film del 1960 diretto da Alfred Hitchcock ed interpretato da Janet Leigh, Anthony Perkins, John Gavin e Vera Miles. Candidato a quattro Oscar, è uno dei film più conosciuti di Hitchcock e il suo maggior successo commerciale, tanto da aver generato ben tre sequel, uno spin-off e un remake shot-for-shot di Gus Van Sant. Nel 1992 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al diciottesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[2] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quattordicesimo posto. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1959 di Robert Bloch, basato sulle vicende reali di Ed Gein.
Marion, impiegata di una società immobiliare, fugge dalla città per raggiungere il suo fidanzato, con quarantamila dollari sottratti ad un cliente. Prima però di raggiungere la casa di Sam, il fidanzato, si ferma a pernottare in un motel gestito da Norman, uno strano tipo di giovane oppresso dall’autoritario carattere della madre. Mentre sta facendo una doccia, prima di andare a letto, Marion viene uccisa. Preoccupata per la scomparsa di Marion, sua sorella Lila si reca da Sam per averne notizie, ma il ragazzo non ha visto arrivare Marion. Della scomparsa s’interessa un detective privato che, dopo aver visitato tutti gli alberghi, si reca anche nel motel di Norman, dove però viene ucciso e fatto scomparire.
Il personaggio di Norman Bates è ispirato alla figura di Ed Gein che, nel periodo tra il 1947 e il 1957, uccise due persone nella zona di La Crosse e Plainfield (Wisconsin), creando decorazioni casalinghe con i resti delle vittime. La sua figura viene ripresa anche in altri tre film: ne Il silenzio degli innocenti (1991), dove è rappresentato dal personaggio di Jame Gumb (detto Buffalo Bill e interpretato da Ted Levine), in Deranged – Il folle (1974), rappresentato dal personaggio Ezra Cobb (detto Macellaio di Woodside e interpretato da Robert Blossom), e in Non aprite quella porta (1974), dove è rappresentato dal personaggio Leatherface, interpretato da Gunnar Hansen.
In un’intervista a François Truffaut, Hitchcock affermò: «In Psyco del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche: quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico. Credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l’arte cinematografica per creare una emozione di massa. E con Psyco ci siamo riusciti. Non è un messaggio che ha incuriosito il pubblico. Non è una grande interpretazione che lo ha sconvolto. Non è un romanzo che ha molto apprezzato che l’ha avvinto. Quello che ha commosso il pubblico è stato il film puro».