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In Sala

Tutti vogliono qualcosa

Tutti vogliono qualcosa seziona in maniera quasi entomologica i tre giorni precedenti l’inizio delle lezioni di un college americano nel 1980, restituendo l’essenza di un periodo storico incandescente, quello tra la fine degli settanta e l’inizio di un decennio che avrebbe portato a termine una mutazione antropologica decisiva, laddove l’entusiasmo per lo sviluppo economico e tecnologico inaugurava una nuova era, soprattutto per un paese, gli Stati Uniti, che divenne l’incontrastato alfiere di quella logica edonistica che trovò nell’elezione presidenziale di Ronald Reagan il suo apogeo

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Sinossi: Nel 1981 Jake Bradford si trasferisce al college e prende possesso di un’abitazione insieme ai suoi compagni della squadra di baseball universitaria. Tra cameratismi e qualche conflitto interno al gruppo, tra notti folli alla perenne ricerca di conquiste femminili, Jake inizia un percorso di crescita che lo porterà anche a trovare l’amore.

Recensione: Dopo aver realizzato Boyhood, il monumentale lungometraggio in cui attraverso dodici anni di riprese veniva assemblata la vita di un ragazzo, seguendone l’evoluzione e i fisiologici cambiamenti, Richard Linklater mette in scena quello che si potrebbe considerare il seguito del precedente La vita è un sogno, dove la macchina da presa si soffermava sull’ultimo giorno di scuola di un gruppo di teenager nel 1976. Tutti vogliono qualcosa, infatti, seziona in maniera quasi entomologica i tre giorni precedenti l’inizio delle lezioni di un college americano nel 1980, restituendo l’essenza di un periodo storico incandescente, quello tra la fine degli settanta e l’inizio di un decennio che avrebbe portato a termine una mutazione antropologica decisiva, laddove l’entusiasmo per lo sviluppo economico e tecnologico inaugurava una nuova era, soprattutto per un paese, gli Stati Uniti, che divenne l’incontrastato alfiere di quella logica edonistica che trovò nell’elezione presidenziale di Ronald Reagan il suo apogeo.

Linklater non dà tregua allo spettatore, che assiste alla ricostruzione meticolosa di un’età frivola, tutta tesa all’appagamento dei desideri (quelli bassi, del ventre), ed è implacabile la determinazione ad entrare nella vita di un gruppo di giovani senza filtri, restituendone l’assenza di ideali, la decadenza, il cattivo gusto, la tendenza allo scollamento con la realtà, in una spirale di ‘divertimento a tutti i costi’ che davvero, data l’insistenza, indispettisce chi guarda, che non riesce a entrare in empatia con alcun personaggio, giacché ciascuno è irrimediabilmente sussunto da una logica consumistica in cui il valore di riferimento impone di ‘sballarsi’ tutte le volte che si può e conoscere il maggior numero di ragazze per fornicare ad oltranza senza la minima prospettiva del futuro. Il regista è di una sincerità disarmante, e anche chi scrive, che è di poco più giovane dei ragazzi di quegli anni, non può non riconoscere la fedeltà della rievocazione di un periodo della vita, quello tra i diciotto e i vent’anni, in cui, effettivamente, gran parte del tempo è dedicata alla celebrazione sistematica di un’esaltazione che, inevitabilmente, predomina.

Ma Tutti vogliono qualcosa è un film profondamente americano: tutti gli eccessi di cui siamo spettatori rispondono a un meccanismo comportamentale che trovò in quegli anni una particolare diffusione negli USA; si potrebbe azzardare ad affermare che il film di Linklater costituisca la versione anni ottanta dell’Animal House di John Landis, e con ciò si vuole sottolineare la natura profondamente statunitense dell’operazione cinematografica. Linklater opera una profonda ricognizione antropologica dal basso di un impero economico che proprio in quel periodo stava mettendo a segno la sua più grande vittoria esportando in tutto il mondo un modello di vita che presagiva l’imminente globalizzazione e la caduta di quelle differenze che impedivano la massiccia circolazione delle merci.

Un’avvertenza va data allo spettatore: non pensiate che Tutti vogliono qualcosa sia un “bel film”; tutt’altro: non poco è il fastidio causato dalle strampalate gesta dei protagonisti che non smettono di dare massima espressione alla loro idiozia. A tratti si prova una forma di accesa avversione nei loro confronti, per il loro ‘cazzeggiare a oltranza’ senza avere la minima cognizione di un corretto utilizzo del tempo. Ma è propria questa, di contro, la forza dell’opera: l’insister ostinatamente nella ricostruzione fedele dei fatti, denunciando apertamente la futilità di un sistema di vita che non può non essere oggetto di una correzione che ne aggiusti il tiro. È proprio questa l’operazione che Linklater cerca in tutti i modi, attraverso una maniacale esegesi, di portare a termine, sfinendo il pubblico con la vacuità insopportabile di una fase di vita che, comunque, ha contrassegnato la vita di molti soggetti. A partire da questa miserabile ricognizione, non si può non scommettere su un futuro in cui ci siano giovani capaci di sviluppare uno spirito critico minimo, sfuggendo a un’aberrante omologazione che riduce allo stato di consumatore (in riferimento alla modalità di approcciarsi all’esistenza) in batteria (e questi sono, in definitiva gli insopportabili protagonisti di Tutti vogliono qualcosa). Linklater ci mostra senza veli cosa accadeva in quegli anni, e lo fa con metodo, con una precisione spietata, non lasciando un margine di ‘perdonabilità’ ai suoi interpreti. E se questo, come crediamo, era il suo intento, l’esperimento è perfettamente riuscito. Il film, per la sua natura fortemente americana, dovrebbe essere visto in lingua originale (chi scrive l’ha visto doppiato e ne ha sofferto non poco).

Linklater, dunque, si conferma un grande narratore e un acuto antropologo, in grado di scandagliare in profondità quei meccanismi indotti che regolano subdolamente i comportamenti. Un cinema necessario, il suo, che dev’esser visto, anche a rischio di farsi venire un crampo allo stomaco…..

Luca Biscontini

  • Anno: 2016
  • Durata: 116'
  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Richard Linklater
  • Data di uscita: 16-June-2016

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