La battaglia legale di una coppia mista, Richard e Mildred Loving, imprigionati e perseguitati nello Stato segregazionista della Virginia, fra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta, rei di aver contratto matrimonio, costretti a lasciare contea, terra e parenti; il supporto delle prime associazioni per i diritti civili; la paura e la rabbia generate dall’intolleranza: questi i temi affrontati dal film Loving, diretto dal regista e sceneggiatore americano Jeff Nichols e presentato in concorso a Cannes 2016, ottimamente confezionato nel ricostruire un’epoca e un ambiente. Sembra impensabile, oggi come oggi, accettare l’idea che mentre il mondo iniziava ad ascoltare i Beatles e prendevano vita i movimenti di protesta, destassero ancora tanto scandalo un uomo e una donna, di colori diversi, che perseguivano il solo obiettivo di stare insieme, sposarsi e mettere su famiglia. Eppure la pellicola, tratta da una storia vera, evidenzia con gradualità crescente l’escalation dell’odio razziale e l’ostilità del potere costituito (giudici, polizia) verso un’unione non consentita dalla legge, sospinta fuori dai confini come un pericolo, temuta in realtà per il suo potente significato di apri porta ad un mondo nuovo, dove i privilegi possono essere scardinati e le regole sociali modificate in nome di sentimenti autentici e profondi.
“Quando mi sono imbattuto in questa vicenda le implicazioni storiche e politiche erano ovvie – ha affermato il regista – di fronte a temi come razzismo e parità di diritti aderiamo a una piattaforma ideologica preesistente, si è liberali o conservatori, ma questo non ha niente a che fare con le persone. A me non interessava tanto realizzare un dramma giudiziario, volevo piuttosto fare un film su due persone che si amano. Per fortuna sono stati proprio i Loving a fornire il materiale necessario con il loro esempio”. Nel ruolo dei coniugi Loving, l’australiano Joel Edgerton e l’irlandese di origini etiopi Ruth Negga, la quale conclude: “La cosa più importante è stimolare il dialogo e far riflettere le persone sulla propria umanità. Oggi si ha meno paura di discutere su cose che non si condividono. Il mio paese, l’Irlanda, ha una tradizione molto cattolica, ma le discussioni sull’uguaglianza possono far evolvere. L’importante è imparare a comprendersi e a essere solidali con il prossimo”.
La battaglia per i diritti civili portata avanti dalla coppia, con le prime associazioni di settore, ha aperto la strada, come precedente giudiziario, al riconoscimento dei matrimoni misti.
Elisabetta Colla