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69 Festival di Cannes: Inversion di Behnam Behzadi (Un Certain Regard)

La ribellione di una donna, dignitosa e composta, che inizia il suo risveglio, la sua inversione (il riferimento del titolo, fuori dalla metafora, richiama il cambiamento climatico che coinvolge la città di Teheran) nei confronti di un mondo circostante che pianifica per lei scelte e futuro: questo il tema centrale del film iraniano Inversion di Behnam Behzadi presentato nella sezione Un Certain Regard

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La ribellione di una donna, dignitosa e composta, che inizia il suo risveglio, la sua inversione (il riferimento del titolo, fuori dalla metafora, richiama il cambiamento climatico che coinvolge la città di Teheran) nei confronti di un mondo circostante che pianifica per lei scelte e futuro: questo il tema centrale del film iraniano Inversion di Behnam Behzadi presentato nella sezione Un Certain Regard. È la storia di Nilofar, una donna ancora giovane che vive sola con la vecchia madre: quando quest’ultima si ammala ai polmoni, il fratello e la sorella decidono – a sua insaputa – che sarà lei, single, senza figli e di carattere docile e solare, a dover lasciare Teheran, amici e lavoro per accompagnare la genitrice in uno sperduto paesino di montagna affinché possa rimettersi in salute. Nonostante il dispiacere che tale decisione le provoca per dover lasciare il suo avviato atelier di sartoria ed interrompere una relazione da poco ripresa con un uomo che le interessa molto, Nilofar accetta di buon grado per l’amore che la lega alla madre. Ma la misura si colma quando l’algida sorella maggiore, spinta dal cognato senza scrupoli, convince il fratello – inseguito dai debitori per una serie di speculazioni sbagliate – a vendere senza preavviso le mura del locale di famiglia (in due i fratelli complici hanno la maggioranza necessaria), dove la protagonista porta avanti da sempre e con successo la sartoria del defunto padre, dando lavoro a numerose donne: il negozio, che rappresenta per la ragazza l’eredità del padre e la sua stessa identità, viene espropriato senza alcun preavviso, con un semplice cambio di serratura, con tutti i materiali di lavoro e le lavoratrici si ritrovano in strada dall’oggi al domani.

È qui il vero inizio dell’inversione di tendenza, la scintilla alla reazione di parenti mostruosamente egoisti, non disposti ad alcun sacrificio per se ma sereni nel pianificare la rovina e l’isolamento delle vite altrui. All’interno di un risveglio globale, Nilofar inizia a vedere come gli altri abusino della sua generosità e tolleranza, e si accorge anche di come l’uomo di cui è innamorata abbia ripreso a frequentarla solo perché lei possa badare al figlio avuto con un’altra donna; è come se il velo della nebbia e dello smog che copre la città in maniera sempre più preoccupante – tanto che si consiglia ai vecchi di non uscire – si diradasse, da ora e per sempre. Nell’Iran contemporaneo resiste un’ipocrisia latente, perpetrata in maniera sottile e quotidiana nel nome della famiglia e degli affetti, che investe innanzitutto la donna, specialmente se nubile, la quale sembra non aver diritto all’autonomia ed all’emancipazione personale. Difficile dare un taglio netto col passato e ricominciare altrove ma in certi casi può essere davvero l’unica soluzione. Fra i più che convincenti interpreti, Sahar Dowlatshahi, Ali Mosaffa, Alireza Aghakhani, Setareh Pesyani, Roya Javidnia.

Elisabetta Colla

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