Paura in palcoscenico (Stage Fright) è un film del 1950 diretto e prodotto da Alfred Hitchcock.
Sinossi
Il marito di Charlotte, nota stella del music-hall, viene ucciso. Johnny, l’amante della diva viene subito sospettato poiché è stato visto a casa della vittima qualche ora dopo l’assassinio. Braccato dalla polizia, Johnny cerca aiuto nella sua amica Eve alla quale racconta di essere stato messo in mezzo da Charlotte. E’ lei l’assassina e, per incastrarlo e far cadere su di lui i sospetti, lo ha mandato appositamente a casa del marito. Eve gli crede e decide di aiutarlo. Ma è tutto inutile. Johnny, ancora innamorato della donna, una sera sfida la sorte e va a cercarla in teatro. Lì capisce che la donna non l’ha mai amato e che si è soltanto servita di lui per coprire una sua relazione. La polizia lo trova e inizia un inseguimento nei sotterranei del teatro. Eve accorre a salvarlo, ma l’innocenza di Johnny non è poi più così lampante. E lei sarà poi al sicuro?…
Produzione
Hitchcock fa la sua solita, breve comparsa sul set (cameo) verso la metà del film, nella parte di un passante che sul marciapiede si volta a guardare Eve che esce di casa soprappensiero. Dopo l’accoglienza poco incoraggiante di Nodo alla gola e Il peccato di Lady Considine, Hitchcock realizza questo film per la Warner Bros. Pictures. Hitchcock lavorava e viveva ad Hollywood ormai dal 1939, tuttavia girò questo film a Londra e Jane Wyman e Marlene Dietrich sono le uniche del cast a non essere inglesi. Il soggetto è tratto da un romanzo Man Running di Selwyn Jepson, pubblicato in Inghilterra a puntate su “Collier” nel 1947 e uscito in America col titolo Outrun the Constable. Lo scrittore James Bridie, Hitchcock e la moglie Alma Reville lavorarono alla sceneggiatura mentre ai dialoghi lavorò Whitfield Cook. Le riprese iniziarono nel giugno del 1949. Nel cast Jane Wyman, Marlene Dietrich, Michael Wilding e Richard Todd. Anche la figlia Patricia Hitchcock compare nel film ricoprendo un ruolo secondario. Marlene Dietrich si esibisce cantando una canzone del famoso compositore Cole Porter: The laziest Gal in town. Per la prima volta in questo film la Warner Bros. affidò la realizzazione degli abiti di scena a un sarto europeo, Christian Dior, anziché affidarsi come sempre all’opera di costumisti dell’azienda.
Critica e rivalutazione dei Chaiers du Cinéma
Il pubblico e la critica non accettarono bene il film dopo l’uscita, criticandolo soprattutto per l’ingannevole flashback iniziale. Ma, alcuni critici, compresi quelli del Cahiers du Cinéma, considerano il flashback solo la versione dei fatti di uno dei personaggi. Nel loro libro su Hitchcock Rohmer e Chabrol definiscono il film «…galleria di ritratti insieme delicati e feroci, divertiti e lucidi, successione di sequenze gustose o stranamente morbose» e ancora «…oasi di freschezza in mezzo a una serie di opere soffocanti e austere.» E a proposito del flashback iniziale, affermano che non sono le immagini a mentire ma è il commento parlato che induce ad interpretare nel modo sbagliato quello che il regista ci fa vedere.