Chi scrive, assai colpevolmente, non era riuscito a visionare il lungometraggio d’esordio di Laura Bispuri, Vergine Giurata, e, dunque, grazie alla distribuzione home video ha potuto recuperare questa interessante opera, che ha incassato tantissimi riconoscimenti e il plauso generalizzato della critica. La regista per realizzare il film ha dedicato circa tre anni di lavoro alle operazioni di documentazione sulla cultura albanese, quella arcaica delle montagne, che segue il rigido codice Kanun, per il quale le donne subiscono un trattamento assai miserevole, essendo destinate alla totale sudditanza nei confronti del maschio, di cui divengono, seguendo i dettami della tradizione, mere appendici, private della minima autonomia di pensiero e azione.
Hana (interpretata da una misuratissima e intensa Alba Rohrwacher), pur di sfuggire a questa logica che non tollera, accetta di diventare una vergine giurata, ossia di rinunciare alla propria femminilità, per avere gli stessi diritti degli uomini; una perdita, quella a cui scientemente va incontro, incolmabile, una negazione d’identità che non può non generare effetti collaterali difficilmente sopportabili. La vediamo quando si reca dalla sorella Lila, in Italia, a Bolzano: Mark, questo il suo nome da uomo, incontra una nuova realtà che le fa ricontattare quella sfera femminile ormai da tanto tempo repressa e trascurata; Bispuri, con una riduzione all’osso dei dialoghi, riesce nel difficile compito di restituire il percorso di evoluzione psichica della protagonista, la quale, a contatto con la sorella, e soprattutto con la nipote, ha modo di fare esperienza di una maniera di vivere la femminilità inedita, vitale, e i corpi che si muovono nella piscina frequentata dalla giovane ragazza durante gli allenamenti di nuoto sincronizzato si mostrano a Mark in tutta la loro naturalezza, ricordandole quella differenza che tratteggia inequivocabilmente i generi; ed è sempre in piscina che Mark/Hana, una sera dopo l’orario di chiusura, vive per la prima volta apertamente la propria pulsione sessuale, consumando un iniziatico e intenso rapporto con un uomo.
Certo, la denuncia, o meglio la presa di coscienza su una realtà ancora tristemente operativa nella civilissima Europa è un atto assai apprezzabile, nella misura in cui, prima ancora di dare adito a qualsiasi giudizio di valore, mette a conoscenza di un dispositivo culturale che resiste all’inarrestabile corsa all’equiparazione dei diritti tra uomo e donna; eppure, una sequenza in particolare ha destato l’attenzione dello scrivente: mentre si trova in un centro commerciale, vagando fantasmaticamente di vetrina in vetrina, Mark viene sorpreso da un’improvvisa scorribanda di ragazze, tutte agghindate, probabilmente in procinto di andare a qualche festa. Lo spettatore avverte l’inquietudine della protagonista, eppure si chiede, non senza il beneficio del dubbio, se è proprio quello il modello di femminilità a cui una donna come Hanna debba adeguarsi. Insomma, fatta salva la sacrosanta messa alla berlina di un meccanismo di regole arcaiche da ricusare senza tentennamenti, appare assai emendabile anche il modello di donna che nel tempo si è andato affermando nelle ‘progredite’ società occidentali, laddove più che innescare un processo che davvero si connetta con la sua natura più profonda, valorizzandola, il gentil sesso pare aver inaugurato una corsa sfrenata dietro la scia di un maschio considerato come l’esempio da seguire e eguagliare. Dunque, la riflessione che il bel film di Laura Bispuri sapientemente stimola va ben oltre la particolare accusa, riuscendo a riaccendere un dibattito che, evidentemente, richiede ancora un’intensa partecipazione, e, soprattutto, la rimessa in discussione anche delle conquiste ‘occidentali’. Si perdonino le ingenuità di queste considerazioni, che forse potranno far indispettire qualcuno/a, ma questa è la sensazione che chi scrive ha ricavato, e che segnala, ulteriormente, la bontà di un’opera capace di riproblematizzare alcune questioni date come acquisite. Sarebbe interessante poter conoscere le opinioni di Bispuri a riguardo. Nel frattempo, non resta che unirsi al coro di lodi e invitare chi ancora non l’avesse visto ad acquistare il film ora finalmente disponibile in dvd.
Pubblicato da Istituto Luce e distribuito da CG Entertainment, Vergine giurata è disponibile in dvd, in formato 2.35:1 con audio originale e in italiano (DD 2.0 e DD 5.1) con sottotitoli opzionabili. Nei contenuti speciali: In cerca del film – Making of.
Luca Biscontini