Anche Genova accoglie la ventata d’interesse rinnovato per l’Art Nouveau che ha già coinvolto Roma e Milano. L’artista per eccellenza di questo stile è sicuramente Alphonse Mucha.
In questa mostra genovese, ospitata nel Palazzo Ducale, le immagini di donne floreali e romantiche dell’artista vengono contrappuntate da mobili, sculture e suppellettili che collocano nei luoghi deputati le bellissime litografie. Dagli arredamenti di Carlo Bugatti, alle ceramiche di Galileo Chini, dai vetri di Émile Gallé, ai ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli. I mobili esposti, molto ben conservati, rimandano allo stile di vita della Bell’Epoque e ne caratterizzano il gusto e la vita quotidiana.
La duttilità creativa del maestro della linea sinuosa e dell’eleganza rappresentativa, non delude mai. La grande quantità di opere prodotta da Mucha, rende possibile una continua novità nelle immagini esposte, che sono quasi tutte diverse da quelle visibili in contemporanea al Vittoriano di Roma nell’analoga manifestazione dedicata all’artista ceco.
Caratteristica di questa mostra è l’esposizione di alcune serie di opere che sono associate tra loro da temi e concetti. Opere allegoriche, alla moda antica, ma interpretate con lo stile moderno ed efficace che l’artista prediligeva. Dalle immagini delle stagioni a quella delle ore del giorno e quella dei fiori, dalle Muse a quella delle fasi lunari. La figura femminile è sempre interprete di queste bellissime allegorie che, a seconda della raffigurazione e del contesto, sono trattate dall’artista con linguaggi e tinte sempre diversi, pur senza allontanarsi mai dal proprio stile. A volte figure chiarissime, con la luce dorata che le sommerge e le disfa, a volte ricche di vivacità cromatiche oppure oscure e avvolte nella leggera plasticità dell’ombra. Le opere di Mucha, per loro intrinseca natura, anche tecnica, visto che si tratta appunto di litografie, sono quasi tutte a tinte piatte, e solo la linea di contorno, spesso nera, crea una cesura nella stesura delicata del colore che sembra trasmigrare da uno spazio all’altro.Una linea mediata dall’antico che delinea e definisce le forme, come avviene in parte anche nelle opere di Botticelli.
Il genio di questo artista è una costante della sua produzione. Poco importa se le opere di Alphonse dovessero servire a illustrare un calendario, un prodotto commerciale o l’Epopea Slava: la libertà espressiva del maestro domina ogni scelta estetica.
Altra caratteristica importante dell’esposizione genovese è un allestimento molto riuscito del Panstudio Architetti Associati di Bologna, che si basa su colori pastello: dal verde al rosa, dal giallo al celeste delle sale, che rimandano alle tinte più usate del periodo, crea un’atmosfera lieta e singolarmente godibile. Le pareti colorate sono un’ottima cornice per la visione delle opere e degli arredamenti; questa intelligente scelta dell’allestitore, spezza finalmente la moda di collocare le mostre in ambienti oscuri che ormai prevale da troppo tempo nelle sale espositive italiane. Colori che, come ci conferma l’architetto Paolo Capponcelli, solo legati, anche concettualmente, alle fasi e al contenuto della mostra.
Alphonse Mucha. Le atmosfere Art Nouveau. A cura di 24 Ore Cultura. Da non perdere. Fino al 18 settembre 2016.
Alessandra Cesselon