Dal 26 Maggio arriva nelle sale Fraulein – Una fiaba d’inverno, diretto da Caterina Carone al suo primo lungometraggio di finzione – ha già esperienza dietro la macchina da presa come regista di documentari – con protagonisti Christian De Sica e Lucia Mascino.
Regina ha quarantacinque anni ed è proprio quel che si dice una Fräulein: senza marito né figli, dal carattere all’apparenza forte, un po’ acida e un po’ sarcastica, scontrosa e testarda fa di tutto per nascondere la sua femminilità. Proprietaria di un albergo ormai chiuso da anni nel quale vive con Marilyn, una gallina bianca dal portamento aristocratico, Regina manda avanti le giornate prestando assistenza ad alcuni anziani del paese. Le sue giornate non sembrano prevedere cambiamenti finché un giorno, dopo che alla radio hanno annunciato l’arrivo di una imponente tempesta solare, un misterioso turista sui sessanta, di nome Walter Bonelli, uomo smarrito e infantile, piomba nella sua vita con la pretesa di soggiornare nell’albergo.
Abbiamo incontrato a Roma la regista e i protagonisti del film.
Il film è ambientato in un “non-luogo” identificabile soltanto come un posto di montagna isolato dal resto del mondo, Caterina Carone aveva in mente fin da subito di collocare la vicenda raccontata in un posto che lei ama molto perché “è un po’ un paese che non esiste, per le architetture fiabesche. Ho pensato di fare il film lì perché volevo fare una commedia surreale. Sono cresciuta con i film di Tim Burton, con questi personaggi bizzarri, ironici, che non sembrano reali. Ho sempre avuto il pensiero di voler realizzare una commedia che si mettesse in una strada che non è molto battuta in Italia e tentare di fare un film d’autore che fosse semplice e parlasse a un pubblico, spero, abbastanza vasto. Ho scelto quella location perché è un set a cielo aperto e, non avendo i soldi per crearlo in studio, me lo sono andato a cercare.” La regista prosegue il suo intervento dichiarando che lavorare con Christian De Sica e Lucia Mascino è stata un’esperienza straordinaria perché il primo è stato estremamente protettivo nei suoi confronti ed ha amato moltissimo il suo ruolo e si è creata un’amicizia; con la seconda, invece, che “interpreta un ruolo molto originale nel panorama della rappresentazione femminile in Italia, è una fräulein, una signorina sui generis alla Clint Eastwood”.
Lucia Mascino afferma che il suo personaggio le è piaciuto fin da subito e che l’ispirazione della regista è stata contagiosa ed ha un talento artistico indiscutibile e Christian De Sica “è un attore unico con un’esperienza che ha solo lui e una generosità enorme”.
Quest’ultimo ha dichiarato che è stata la moglie a sottoporgli la sceneggiatura e di essere rimasto entusiasta perché sarebbe andato a fare una cosa diversa, “è una storia di amicizia e questo è bellissimo perché è una cosa rara al cinema. Io ho cercato di seguire un insegnamento che mi aveva dato mio padre che è quello di ascoltare l’attrice o l’attore che hai davanti guardandolo fisso negli occhi. Mi diceva: «se tu ascolti bene quello che dicono gli altri, poi le parole escono meglio». In un certo senso questa tenerezza di questo personaggio mi assomiglia anche nella vita, perché io credo di essere più così che colà, come quelli (i film, ndr) che faccio di solito a Natale. Caterina (Carone) e Lucia (Mascino) sono state veramente una scoperta. Io ho fatto più di cento film, però raramente mi è capitato di non faticare; è stato un rapporto bellissimo, è stata una vera vacanza fare questo film. Spero, mi auguro che mi richiamino a fare qualche altra cosa insieme. Ho cercato nella mia carriera di fare altre cose, nonostante il grande successo popolare dei cinepanettoni.” e ha proseguito dicendo che vorrebbe fare più film di genere diverso rispetto ai film di Natale, ma che i produttori pensano che valga solo per quelli mentre, per fortuna, ci sono anche alcuni che talvolta chiamano anche per ruoli differenti.
Riguardo la sceneggiatura, scritta dalla stessa regista, quest’ultima ha provato a inserire, durante la scrittura, alcuni particolari spiegassero degli aspetti del carattere della protagonista e che, invece, ha deciso di non inserirli nella versione definitiva per lasciare la protagonista avvolta in un alone di mistero affinché fosse un personaggio universale, dato che chiunque nella vita può ritrovarsi in quelle condizioni ed immedesimarsi in questa storia.
Aurora Tozzi