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Guerre di robot, fantascienza made in Italy e la nudissima Franca Gonella in dvd

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Nel mercato dell’home video tricolore approdò direttamente in videocassetta come Guerre di robot, ma è con il suo titolo originale Robot wars che Dynit e Minerva pictures rendono finalmente disponibile su supporto dvd la battaglia futuristica tramite cui, nel 1993, il re dei b-movie Charles Band finanziò uno degli ultimi lavori del padre Albert, in questo caso al solo timone di regia.

Battaglia futuristica sicuramente debitrice nei confronti delle sue precedenti produzioni Robojox e Distruzione totale e che si svolge nel 2041, quando un gruppo di ribelli denominati il Centro rappresentano una vera piaga per i sopravvissuti della grande paura del gas tossico manifestatasi quasi cinquant’anni prima; fino al momento in cui, impadronitisi di MRAS-2, mega automa utilizzato per custodire una minuscola area ricca di letali sostanze chimiche, minacciano di impadronirsi di Los Angeles.

Pericolosa situazione che spinge il Governo della Nuova Federazione a convocare un pilota rinnegato di robot con le fattezze di Don Michael Paul – oggi autore di diversi sequel a basso costo quali Lake placid 4 – Capitolo finale e Tremors 5: Bloodlines – per farlo ritrovare al fianco di una archeologa nella lotta per la salvezza del futuro del mondo.

Archeologa incarnata dalla Barbara Crampton di Re-Animator, nel corso di quasi un’ora e dieci di visione a base di azione a basso costo che, comprendente nel cast tecnico il costumista Mark Bridges poi aggiudicatosi il premio Oscar grazie a The artist di Michel Hazanavicius, vanta i mai disprezzabili effetti speciali in stop motion supervisionati dal compianto David Allen.

E, rimanendo nell’ambito della fantascienza, ma spostandosi in territorio nostrano, dove il genere venne cavalcato soprattutto da Antonio Margheriti tramite lavori come Il pianeta degli uomini spenti e I criminali della galassia, Dynit e Minerva recuperano dal dimenticatoio – includendo nella confezione un breve booklet – anche 2+5 Missione Hydra, datato 1966, nonché penultima fatica dietro la macchina da presa del Pietro Francisci dedicatosi soprattutto al peplum, tra un La regina di Saba e un Ercole e la regina di Lidia.

Con una sexy Leonora Ruffo nei panni della glaciale extraterrestre Keyna, oltre un’ora e venti di visione che prende il via dal momento in cui, durante un terremoto, un contadino avvista una navicella spaziale che appare improvvisamente per poi scomparire tra le colline di una zona disabitata, dove il terreno comincia inspiegabilmente a inaridire.

Evento che spinge l’istituto di geologia ad inviare sul posto il professor Solmi alias Roland Lesaffre, il quale non manca di essere rapito dagli alieni per essere trasportato sul pianeta Hydra, il cui governatore Murdu possiede le fattezze del Gordon Mitchell de Il gigante di Metropolis e La croce dalle sette pietre.

Segnando soltanto l’inizio di un’avventura dai toni decisamente anarchici e, se vogliamo, all’avanguardia, che, senza rinunciare a spruzzate di commedia e di melodramma, sfiora addirittura il filone spionistico (si pensi all’entrata in scena degli emissari della Cina) e sembra anticipare sia 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick nel tirare in ballo una assurda sequenza con creature ominidi, sia Il pianeta delle scimmie di Franlin J. Schaffner nel finale.

Ma, passando dalle stelle alle stalle, altra fondamentale riscoperta su disco da parte dell’accoppiata di label è indubbiamente La bolognese, folle commedia erotica d’ambientazione campagnola che, firmata nel 1975 dall’Alfredo Rizzo cui si devono La sanguisuga conduce la danza e Sorbole… che romagnola e sequestrata a suo tempo con l’accusa di “pellicola oscena” dalla magistratura di Firenze, viene proposta sia nella sua edulcoratissima versione televisiva della durata di poco più di un’ora che in quella estesa, inclusa quale contenuto extra (seppur di qualità decisamente scadente, non essendo possibile reperirne una copia migliore del master).

Versione estesa comprendente chiaramente tutte le scene più calde della piccante vicenda della bellissima Caterina, che, fornita di anima e corpo (soprattutto questo!) della starlette Franca Gonella e appena uscita dal collegio, si lancia in una serie di esperienze sessuali tra rudi agricoltori del posto (memorabile lo sketch con il novello sposo in piena festa di nozze) con l’obiettivo di mettere insieme cinque milioni da utilizzare per entrare nel patinato mondo del fotoromanzo.

Man mano che si spinge fino a ritrovarsi a battere sulla strada e che, in mezzo a pecoreccissimi peti e immancabili spiate dal buco della serratura, troviamo in scena, tra gli altri, il caratterista LucaLa pretoraSportelli, il Luciano Pigozzi ribattezzato il “Peter Lorre italiano”, l’Enzo Pulcrano di Squadra antifurto, una Ria De Simone pronta a denudarsi come di consueto e, addirittura, il cantante Robertino (all’anagrafe Roberto Loreti), le cui performance canore forniscono all’insieme parentesi quasi da bizzarro musicarello.

Francesco Lomuscio

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