Acid Space, diretto da Stefano Bertelli, con la sceneggiatura di Sabino Muggeo, ambientazioni e personaggi realizzati da Riccardo Orlandi, è il primo stop-motion tutto italiano in cui ogni sua componente è fatta di carta.
La band Paperback Music si reca a Big Depression per un concerto; scoprono, però, di aver sbagliato giorno. Qui incontrano un alieno, di nome Doremi, che li porta sul suo pianeta natale: Planio, dove la musica è proibita. Doremi è figlio di un famoso musicista, Laszlo, che era stato al governo fino a quando il suo amico Balthazar, invidioso del suo talento, aveva preso il potere. Il curioso alieno vuole organizzare un concerto per far suonare la band terrestre; la porta, quindi, nei sotterranei dove si suona ancora illegalmente.
Balthazar scopre che dei terrestri sono atterrati illegalmente sul pianeta e manda il suo fidato luogotenente Scrigno a catturarli. Doremi ottiene da un suo amico delle armi, che provengono dalla Terra poiché il pianeta Planio non ne possedeva e non ne aveva conoscenza, e una navicella spaziale, lo Space Fly, con cui fugge insieme agli amici terrestri decidendo anche di liberare suo padre Laszlo…
L’ambizioso progetto di un primo film in stop-motion realizzato interamente in carta si dimostra originale anche se palesa, purtroppo, i limiti della materia che non può competere con le moderne tecniche di animazione, non ci si può aspettare un obiettivo del genere da questo progetto. Da segnalare le interessanti inquadrature nella parte finale del film girate in soggettiva, accompagnate dalla musica di sottofondo, che fanno venire in mente la grafica della maggior parte dei videogiochi di guerra in commercio. La trama si rivela, a tratti, surreale, in alcuni casi troppo semplificata; il pubblico attento, però, potrà scorgere delle citazioni di altre opere cinematografiche: nella parte iniziale del film vediamo l’uscita di prigione di uno dei membri della band che ricalca la celebre sequenza d’esordio dei Blues Brothers; quando una parte della band si trova in una cella che si rivela un compattatore di rifiuti non si può non pensare alla famosa scena di Star Wars Episodio IV: Una nuova speranza; nel finale un riferimento a Godzilla.
La trama ruota attorno a un tema: la musica. È grazie a questa che incomincia la storia: la band si sta recando a un concerto; si continua con l’arrivo su Planio, pianeta su cui la musica è illegale; la battaglia che segue scaturisce dalla volontà di cambiare questa ingiusta e intollerabile condizione di divieto sotto cui è costretto questo mondo.
La musica è vita e senza di essa nulla ha senso. Se ne consiglia la visione a quanti condividono questa asserzione e che non si aspettano mirabolanti effetti speciali, bensì una storia semplice che trasmette dei valori.
Aurora Tozzi