A Gaza, la prigione a cielo aperto, l’unico modo per fuggire è la musica. Nella drammatica situazione palestinese Mohammed Assaf diventa un simbolo di pace e incarna la speranza di un popolo.
Sinossi: Gaza, sinonimo di tanti conflitti, distruzione e disperazione, ma per Mohammed Assaf e sua sorella Nour è la loro casa e il loro parco giochi. È dove, insieme ai loro migliori amici Ahmad e Omar, fanno musica, giocano a calcio e sognano in grande. La loro band è alla buona, utilizzano vecchi strumenti musicali, ma hanno grandi ambizioni. Mohammed e Nour desidererebbero cantare all’Opera Hall del Cairo; per raggiungerla sarebbe necessaria una vita intera, ma Mohammed scoprirà che per alcuni sogni vale la pena di lottare. Lungo la strada, incontrerà la tragedia e proverà la solitudine. Il mondo che lo circonda andrà in frantumi. Nonostante tutto, comunque, sa che la sua voce lo libererà dal dolore che lo pervade, e porterà a un popolo senza voce la gioia. Per pagarsi gli studi universitari canta ai matrimoni e guida un taxi. Anche quando l’assedio nel territorio di Gaza si intensifica, Mohammed sa di avere un dono raro; con la sua voce può far sorridere e dimenticare i problemi e i dolori. Una sera, ecco la possibilità che il sogno si avveri: sente in tv che i provini per “Arab Idol”, lo show più popolare nel mondo arabo, si svolgono al Cairo. I confini sono chiusi. Sembra non esserci via d’uscita. Ma la voglia di realizzare un sogno è più forte di ogni ostacolo… Ecco l’opportunità di cambiare la sua vita e dare a un popolo senza voce la più grande sensazione: la libertà di amare, vivere e sentirsi liberi.
Recensione: Sarà perché è tratto da una storia vera, sarà perché purtroppo ben conosciamo la situazione di cui si parla o solo perché ci piace il lieto fine, ma The Idol ci fa davvero emozionare. Lo fa sin dall’inizio, nel primo sintagma viene infatti raccontata l’infanzia di Mohammed, fino ad arrivare al cuore della pellicola dove emerge il coraggio del ragazzo di raggiungere il proprio sogno. La guerra c’è, si percepisce, si osserva nelle macerie e si respira nell’aria, ma non è protagonista. Non questa volta, non nell’universo dove le speranze di un giovane sono più forti di qualsiasi bombardamento. Nonostante la prigionia e i confini ben delineati non si percepisce la claustrofobia ma la necessaria voglia di scappare, di essere liberi.
Puntare l’obiettivo sulla vita del giovane, sul suo piccolo mondo quotidiano, sui suoi affetti e le sue abitudine è stata davvero un’ottima scelta del regista, che lascia la distruzione della guerra sullo sfondo, rendendola così incapace di fermare un sogno. The Idol ha la capacità di raccontare una storia sviscerandola dagli involucri, l’unica cosa che conta è l’emozione che è l’anima intera del film. Lasciatevi trasportare dal sogno di questo ragazzo: il cinema in questo caso si fa portavoce di un sentimento e rende il resto quasi invisibile. Per tutto il tempo vi ritroverete a sperare con il protagonista e questo ci sembra il vero obiettivo da raggiungere.