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Veloce come il vento: la conferenza stampa

Nelle sale dal 7 Aprile, Veloce come il vento, diretto da Matteo Rovere, con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis. Il film è stato, inoltre, scelto per la terza edizione di ADOTTA UN FILM, progetto promosso da 01 Distribution, Rai Cinema e Fandango, in partnership con Uci Cinemas e The Space Cinema, per sostenere i giovani registi italiani

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Nelle sale dal 7 Aprile, Veloce come il vento, diretto da Matteo Rovere, con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis; verrà presentato in anteprima mondiale lunedì 4 Aprile al BIF&EST. Il film è stato, inoltre, scelto per la terza edizione di ADOTTA UN FILM, progetto promosso da 01 Distribution, Rai Cinema e Fandango, in partnership con Uci Cinemas e The Space Cinema, per sostenere i giovani registi italiani.

Giulia De Martino (Matilda De Angelis), giovane pilota del Campionato Gran Turismo, si trova improvvisamente a dover affrontare le sfide della vita da sola; per di più, a complicare le cose, ritorna il fratello Loris (Stefano Accorsi), ex pilota e tossicodipendente, che rende la convivenza davvero ardua. I due devono collaborare insieme tentando di ricucire il loro rapporto, perché vincere il Campionato non significa soltanto ottenere la gloria e i premi, c’è in ballo molto di più…

Dichiara Domenico Procacci (Fandango): “A me il cinema di genere interessa poco condurlo in Italia, poiché ritengo che la televisione copra molto questo ambito e anche perché quando si lavora sul genere ci si va a scontrare con delle cinematografie molto più forti sia a livello di investimenti che di cast. Mi interessa il film di genere se non è soltanto un prodotto di genere, ma se coniugato con qualcos’altro: se c’è autorialità e originalità.”

Alla domanda su quali siano stati i modelli cinematografici che ha seguito e che lo hanno ispirato nella realizzazione di questo film, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto del montaggio per le scene delle corse, Matteo Rovere ha risposto: “Secondo me il cinema americano ci colpisce con forza attraverso l’utilizzo degli effetti speciali; invece se pensiamo alla cinematografia europea, penso a un film che mi ha colpito: Ronin, dove i vicoli della Francia erano raccontati con inseguimenti girati dal vero. In Italia abbiamo una cinematografia, definita Anni ’70, che ha fatto della realizzazione di sequenze action dal vivo una sua caratteristica dominante. Ho cercato di riprendere quella scuola, di rielaborarla in modo contemporaneo per raccontare una storia che fosse di affetti, di ricongiungimento e di avventura che i due fratelli vivono per stare insieme. Gli inseguimenti sono stati fatti tutti dal vero.”

Per la prima volta il cinema italiano mette in scena un mondo poco conosciuto: quello del Campionato GT. “Siamo stati accolti e appoggiati da vari team come parte della grande famiglia. La cosa che più mi ha colpito è che si rendono conto, nel mondo del GT, di essere non valorizzati quanto i piloti di F1, però tutti i meccanici hanno una passione e un amore incredibile per quello che fanno e te lo trasmettono.” Afferma Matilda De Angelis, e prosegue: “Mi sono affezionata a quel mondo, me ne hanno fatto innamorare loro.”

“È un mondo del quale i media non si occupano tanto e, quando lo fanno, quello che prevale è sempre l’aspetto tecnico. Quello che non si vede, e che abbiamo voluto raccontare, sono i legami familiari, la grande passione e dedizione. Amore per la velocità è amore per la vita.” dichiara Stefano Accorsi.

Trattandosi di un racconto ispirato ad una storia vera, è stato chiesto agli attori se hanno avuto modo di conoscere i protagonisti reali della vicenda e quanto la realtà dei fatti corrisponda al film. Stefano Accorsi: “Questo film è ispirato a una storia vera, il che significa che ci sono dei personaggi che per noi sono stati dei punti di riferimento ai quali ispirarci per costruire i nostri personaggi. Gli sceneggiatori, con Matteo (Rovere, ndr) hanno usato anche la fantasia che è l’elemento fondamentale in qualunque copione per renderlo il più possibile efficace. Il personaggio di Carlo Capone, al quale si ispira il mio Loris De Martino, esiste; non abbiamo imitato Capone, potremmo dire che siamo felici di avergli fatto un omaggio. È vero che Capone ha allenato una ragazza, ma non era sua sorella; di tanti elementi si è fatta una sintesi, il lavoro di documentazione è stato lungo, molto meticoloso.”

Matteo Rovere: “C’era un meccanico, che si chiamava Antonio Dentini, che ci ha raccontato la storia di Carlo Capone, ed è impersonato da Paolo Graziosi nel film; il suo modo di raccontare liricamente, vedere tutta questa realtà attraverso i suoi occhi la scaldava.”

Un’ultima domanda a Stefano Accorsi: se, interpretando Loris De Martino, non abbia ripensato al suo ruolo in Radiofreccia, in cui interpretava un ragazzo che cadeva nella dipendenza e che aveva, come il protagonista di Veloce come il vento, un’inflessione dialettale tipica della zona di Reggio Emilia e un modo di fare ironico. “Sicuramente c’è un filo rosso, la radice del personaggio e il rapporto con l’eroina. Potrebbe essere anche un Freccia sopravvissuto. Io vedo anche quello che rende Loris De Martino diverso da Freccia. La cosa che mi è piaciuta fin da subito nella scrittura è che non andavamo a fare una persona con problemi di droga, un drogato generico, ma una storia specifica.”

Aurora Tozzi