Nelle sale dal 17 Marzo, Truth – Il prezzo della verità, diretto da James Vanderbilt, con protagonisti Robert Redford e Cate Blanchett.
Sinossi: Il film racconta la controversa vicenda che portò alla messa in onda, la sera dell’8 Settembre 2004, dell’inchiesta riguardante il Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, in particolare la sua permanenza nella Guardia Nazionale Aerea negli anni della guerra del Vietnam. Tale servizio giornalistico, prodotto da Mary Mapes (Cate Blanchett), avente come anchorman Dan Rather (Robert Redford), suscitò fin da subito grande scalpore per le pesanti accuse, nei confronti del Presidente, di aver ottenuto l’ingresso nella Texas Air National Guard grazie a un favore e con lo scopo di evitare la partenza per il Vietnam facendosi, successivamente, trasferire presso l’Alabama Air National Guard dal quale, secondo documenti forniti alla redazione, egli risultava assente.
Recensione: Nella prima parte della pellicola si ricostruisce il lavoro del team giornalistico per reperire le fonti, confrontarle e cercare di trovare riscontri soddisfacenti interpellando i possibili soggetti coinvolti e chiamando in causa dei periti per verificare l’autenticità dei documenti portati come prova. Subito dopo la messa in onda, in un periodo bollente poiché siamo proprio a ridosso delle elezioni presidenziali nelle quali George W. Bush ha presentato la sua seconda candidatura, il team di Mapes si ritrova attaccato da diversi fronti: da un lato dai repubblicani che vogliono, a tutti i costi, smentire le loro affermazioni e gettare dubbi sulla veridicità dei fatti esposti, dall’altro dalle testate conservatrici che appoggiano il Presidente. Ben presto, messo seriamente in discussione l’operato della redazione di 60 Minutes, anche gli stessi editori e capi della CBS. Nella seconda parte lo spettatore viene catapultato nella feroce disputa a colpi di indagini interne commissionate da parte dell’emittente televisiva per verificare la buona fede degli autori del programma.
Film basato su una storia vera che negli Stati Uniti ha tenuto banco per molti mesi e dato scandalo; espone con chiarezza i fatti senza falsi buonismi, mostra la realtà nuda e cruda che ha contraddistinto questi eventi e che, purtroppo, caratterizza il giornalismo di inchiesta in generale: quando si vanno a svelare intrighi di potere, favori in alto loco e particolari poco edificanti delle vite degli uomini potenti a farne le spese, quasi sempre, sono i giornalisti che hanno fatto venire alla luce tali scheletri.
Robert Redford e Cate Blanchett sono dei coprotagonisti credibili nel loro ruolo e magistrali nell’interpretazione; dopo l’ottima prova in Tutti gli uomini del presidente, al fianco di Dustin Hoffman, Redford torna di nuovo a vestire i panni di un giornalista scomodo che non esita a rendere note, in questo caso davanti alle telecamere, le notizie, anche se riguardano la più alta carica del suo Stato. Cate Blanchett si conferma un’attrice capace e di talento, in grado di esprimere con maestria un’ampia sfera di sentimenti, a volte anche contrastanti, grazie a una mirabolante forza espressiva.
Il regista James Vanderbilt, al suo debutto dietro la macchina da presa, realizza un’ottima opera prima che coinvolge gli spettatori grazie alla sua storia ben narrata, a dei protagonisti dotati di innegabile talento e a un ritmo che non lascia spazio a tempi morti.
Aurora Tozzi