La conversazione (The Conversation) è un film del 1974 scritto, diretto e prodotto da Francis Ford Coppola, vincitore della Palma d’oro per il miglior film al Festival di Cannes 1974 e candidato all’Oscar al miglior film nel 1975. Il protagonista Gene Hackman interpretò qui uno dei suoi più famosi personaggi. La pellicola rappresenta anche una delle primissime apparizioni cinematografiche di Harrison Ford e comprende un cameo di Robert Duvall non citato nei titoli del film.
San Francisco. Harry Caul è un investigatore privato, esperto di sorveglianza ed intercettazioni, che nutre un’ossessione paranoica per la propria privacy. Il suo appartamento è quasi totalmente spoglio e la porta ha una tripla serratura, lui stesso usa telefoni pubblici e finge di non avere un numero telefonico privato. Il suo laboratorio è ricavato in uno spazio delimitato da un reticolato all’interno di un capannone. Estremamente professionale, ma con evidenti problemi nelle relazioni interpersonali, cerca di evitare il più possibile ogni tipo di coinvolgimento emotivo, sia con il proprio collaboratore Stan, che con i soggetti dei casi che tratta. Il suo disagio è evidente quando si trova in luoghi affollati, tanto da indossare costantemente, quando esce, un soprabito di plastica trasparente. Il suo solo svago è la passione per il sassofono, che coltiva in privato suonandolo con sottofondo di musica da dischi di jazz. Caul riceve dal direttore generale di una grande azienda, nominato sempre nel film come “Il direttore”, l’incarico d’intercettare la conversazione di una coppia che si muove in una piazza affollata, la Union Square di San Francisco, ed anche di scattare loro alcune fotografie. Si tratta di un’intercettazione tecnicamente molto difficile, che però egli riesce ad espletare egregiamente. Nonostante la sua deontologia professionale, esplicitamente dichiarata, preveda l’esecuzione delle migliori intercettazioni possibili, ma il totale disinteresse per il loro contenuto e le vicende ad esso collegate e riguardanti committente ed intercettati, Caul rimane coinvolto dal contesto in cui si svolge l’intercettazione, che non riesce a comprendere completamente. La ripetizione continua ed ossessiva della conversazione intercettata, prima vaga ed indistinta, poi via via sempre più precisa e definita, porta il protagonista a trovarsi emotivamente sempre più coinvolto nelle vicende della coppia e del committente della registrazione. Caul comincia però ad essere roso da un senso di colpa e diventa riluttante a consegnare i nastri al committente. Quando infine riesce a decifrare una frase, fino ad allora risultata incomprensibile «Ci ammazza, se gliene diamo l’occasione», decide di non consegnare i nastri. La registrazione gli viene però rubata, su commissione del committente stesso, che ne entra quindi ugualmente in possesso. Caul cerca d’impedire quella che egli crede che sarà l’inevitabile tragedia finale, ma scoprirà che l’epilogo non è quello che ha immaginato.
Coppola ha citato ripetutamente come fonte d’ispirazione per La conversazione, Blow-Up di Michelangelo Antonioni, per quanto riguarda il tema della scoperta più o meno casuale di un delitto mediante la tecnologia; inoltre, all’inizio del film, vi è una citazione riguardante la presenza di un mimo. Un’altra influenza citata spesso dallo stesso Coppola è quella riguardante Harry Caul, per il cui personaggio si sarebbe ispirato al protagonista de Il lupo della steppa di Hermann Hesse.