Impegnati nelle riprese di un film horror, alcuni studenti di cinema, affiancati dal loro professore, si trovano a dover fare i conti con il misterioso flagello che ha trasformato i comuni mortali in famelici zombi.
Tra inquadrature provenienti da camere a circuito chiuso e altre eseguite per mezzo dei cellulari, è infatti attraverso l’assemblaggio delle loro false documentazioni filmate che il re del cinema dei morti viventi George A. Romero costruisce il suo quinto zombie-movie, girato in soli 23 giorni a Toronto con un cast di giovani attori, in realtà estraneo alla tetralogia costituita da La notte dei morti viventi, Zombi, Il giorno degli zombi e La terra dei morti viventi, realizzata tra il 1968 e il 2005.
Un nuovo inizio, quindi, per l’autore di Creepshow e La metà oscura, il quale, riallacciandosi alla corrente lanciata da The Blair witch project-Il mistero della strega di Blair, sostituisce la spettacolarità mainstream che aveva caratterizzato i suoi precedenti zombie-movie con assalti più piccoli e separati, tra contaminati divisi a metà da spade, teste sciolte dall’acido e perfino una piscina trasformata in acquario per morti viventi. Del resto, a mancare non sono certo riusciti effetti splatter (anche se quelli digitali lasciano in parte a desiderare), mentre un’inconsueta dose d’ironia va ad infarcire l’immancabile critica politico-sociale, la quale, tra regole sociali in via di sgretolamento, tecnologia che fallisce e governo che promette di risolvere la crisi senza averne la possibilità, sembra questa volta prendere di mira più del solito i media.
In fin dei conti, sono le riprese eseguite dai protagonisti – tra cui il Joshua Close di The exorcism of Emily Rose e la Michelle Morgan della serie tv The L world – a rappresentare la verità in un mondo tempestato di notizie spesso manipolate dai notiziari televisivi, raccontato attraverso un tutt’altro che noioso esperimento di film nel film in geniale salsa zombesca. Anche se curiosamente analogo, nell’idea di partenza, al contemporaneo The zombie diaries di Michael Bartlett e Kevin Gates.
Francesco Lomuscio
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