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Deadpool

Deadpool è stato un esperimento dall’inizio alla fine. In un’era in cui i supereroi sono i beniamini indiscussi del pubblico, la 20th Century Fox ha deciso di scommettere su uno dei personaggi più stravaganti dell’impero fumettistico Marvel. Deadpool, infatti, non è un eroe, non possiede spirito di sacrificio e non ha alcuna intenzione di rinunciare al proprio benessere per tutelare quello degli altri

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Deadpool è l’effervescente trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto Marvel creato da Fabian Nicieza e Rob Liefeld negli anni ’90. Diretta da Tim Miller e ditribuita da 20th Century Fox, la pellicola è disponibile nelle sale italiane dal 18 Febbraio 2016 .

Sinossi: Con un passato da ex agente speciale, Wade Wilson (Ryan Reynolds) diviene un avido soldato mercenario che, dietro compenso, è disposto a svolgere i lavori più sporchi. La sua esistenza cambia improvvisamente quando incontra la sensuale Vanessa (Morena Baccarin) e decide di sposarla per iniziare con lei una nuova vita. Dopo poco, però, gli viene diagnosticato un cancro in stato terminale e Wade si sottopone a un pericoloso intervento chirurgico per diventare, a tutti gli effetti, un mutante. A causa di alcune complicazioni, egli è deturpato nel corpo e nell’anima e, trasformatosi in Deadpool, si mette sulle tracce di Francis (Ed Skrein), l’uomo che lo ha operato.

Recensione: Deadpool è stato un esperimento dall’inizio alla fine. In un’era in cui i supereroi sono i beniamini indiscussi del pubblico, la 20th Century Fox ha deciso di scommettere su uno dei personaggi più stravaganti dell’impero fumettistico Marvel. Deadpool, infatti, non è un eroe, non possiede spirito di sacrificio e non ha alcuna intenzione di rinunciare al proprio benessere per tutelare quello degli altri. Egli è, bensì, un eccentrico, egoista e spocchioso mercenario che, dietro giusto compenso, sarebbe disposto a vendere l’anima al diavolo. Davanti alla presenza di un cancro terminale che ne sta dilaniando corpo e anima, egli decide di subire un intervento chirurgico per divenire un mutante e rinunciare a qualsiasi parvenza di “normalità”.

Ma Deadpool, in realtà, “normale” non lo è mai stato. Non in senso convenzionale, almeno. I suoi creatori Fabian Nicieza e Rob Liefeld, infatti, lo hanno plasmato come un personaggio ironico, sarcastico, provocatore e dissacratore, capace di sproloquiare continuamente doppi sensi e freddure e di regalare battute volgari e gratuite. Colpevole di essere troppo realista, troppo cinico e troppo consapevole della perversione del sistema stesso da cui è stato creato, egli ostenta fieramente la sua lussuria, la sua superbia e la sua alterigia, togliendosi la maschera e preparandosi ad affrontare il giudizio del pubblico a viso aperto, seppur deturpato.

Gli sceneggiatori della pellicola, Rhett Reese e Paul Wernick, entrambi autori di G.I. Joe – La vendetta, decidono di raccontare l’epopea dell’eroe più scorretto di tutti i tempi alternando fasi temporali diverse per sottolinearne il cambiamento fisico e psicologico. Riempono, dunque, Deadpool di una scorrettezza grottesca, lo connotano con il colore del sangue e lo rassomigliano a un animale da palcoscenico e a un’istrionica e fetente creatura tarantiniana che fa prima il verso a se stesso e poi dissacra tutto il resto. Cospargendo la pellicola di inseguimenti mozzafiato, sparatorie apocalittiche e combattimenti acrobatici, il regista Tim Miller, già dietro la cinepresa de La famiglia Addams, crea un’opera vorticosa e vertiginosa che, sin dai titoli di testa, intrattiene gli spettatori dissacrandone i miti dall’interno.

Martina Calcabrini

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