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In Sala

Legend

Il rapporto simbiotico tra i fratelli Kray, famigerati gangster degli anni ’60 londinesi, è reso sullo schermo dalla duplice interpretazione di Tom Hardy e raccontato attraverso gli occhi della giovane e sfortunata Frances, moglie di uno dei due.

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Sinossi: Ispirato alla storia vera di Reginald e Ronald Kray, fratelli gemelli e famigerati gangster londinesi degli anni ’60, Legend racconta la parabola del loro potere costruito in accordo con altre gang e con la mafia americana, che per una serie di colpi di “fortuna” sembrava inarrestabile ma invece portò entrambi diritti all’ergastolo all’età di 35 anni.

Recensione: L’ascesa/discesa dei gemelli Kray era stata già ben raccontata da Peter Medak in The Krays-I corvi (1990) anche se i protagonisti, autori di vari saggi autobiografici e allora viventi, avevano espresso indignazione dal carcere perchè avrebbero voluto che la loro madre fosse ritratta con maggior classe. Per realizzare un film su questi due uomini che hanno cominciato praticando pugilato nell’East End londinese, entrambi i registi hanno scelto di mettere in primo piano una figura femminile che faccia loro da contrappunto: Medak aveva dedicato grande importanza alla figura materna e alle sue aspirazioni sui figli, dal giorno del parto gemellare fino a quando la donna apprende dalla televisione l’inesorabile epilogo dei propri sogni di grandezza; A distanza di venticinque anni, Brian Helgeland preferisce mettere l’accento sulla giovanissima e sfortunata Frances (Emily Browning) moglie di Reginald Kray (“il mio Reggie” dice lei), affidandole il ruolo dell’io narrante. Così, all’efferatezza dei crimini malcelati sotto una parvenza di legalità, si contrappone una passione di infantile dolcezza che nasce nel momento in cui lui e lei si scambiano una caramella gialla più volte ricorrente nel film.

Se la pellicola di Medak era stata criticata perchè Gary Kemp e Martin Kemp degli Spandau Ballet interpretavano i due gemelli con un aspetto troppo rassicurante, in Legend la duplice interpretazione di Tom Hardy ha un impatto ben diverso. Truccato in modo da essere uguale alle foto e ai video che si trovano anche in internet dei due veri Kray, l’attore londinese (nominato all’Oscar per il ruolo dello spietato Fitgerald in The revenant-Redivivo) restituisce sullo schermo tanto la spavalda “faccia d’angelo” di Reginald quanto l’ambigua e viziosa espressione di Ronald. Soprattutto, Helgeland ha fatto centro affidando i due ruoli allo stesso attore, se è vero che il rapporto simbiotico fra i Kray era tanto forte da spingere coloro che li conoscevano a parlarne come di una persona sola.

L’interesse del film consiste anche nella ricostruzione di una Swinging London in cui tutti sono colpevoli, dagli abitanti dell’East End (“che non parlano con i poliziotti ma baciano i gangster” osserva amaramente l’ispettore Leonard Read interpretato da Christopher Eccleston) ai poliziotti che si fanno pagare ogni martedì per chiudere un occhio sugli affari illeciti e violenti. Né si salvano i politici, compromessi da fotografie che li ritraggono in eventi ed orge nei nightclub o fra le mura domestiche dei Kray. Eppure, anche nei contesti più difficili è sempre possibile scegliere l’integrità e la dignità, come sembra indicare l’esistenza di un personaggio, uno solo, che non cede alle lusinghe del denaro e non si stanca mai di gridare la propria disapprovazione contro il culto degenerato e l’affermazione violenta di sé stessi: la madre della moglie di Reggie, Elsie Shea (Tara Fitzgerald) vestita espressamente di nero il giorno delle nozze, come a lutto.

Lucilla Colonna

  • Anno: 2015
  • Durata: 131'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Biografico, Gangster movie
  • Nazionalita: Regno Unito
  • Regia: Brian Helgeland
  • Data di uscita: 03-March-2016

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