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Una proposta per dire si

«”Una proposta per dire sì”, a conti fatti, diverte e intrattiene con la sua estrema semplicità; un modo piacevole di passare il tempo in buona compagnia».

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Secondo una vecchia tradizione irlandese, legata agli anni bisestili, il 29 febbraio è la donna che si propone all’uomo. Per cui la snob Anna decide di volare da Boston a Dublino per raggiungere il suo fidanzato Jeremy al congresso di cardiochirurgia dove è impegnato. Naturalmente niente andrà come previsto, a cominciare dall’incontro col fascinoso e burbero Declan, ristoratore locale in uno sperduto paesino sulla costa irlandese.

Basta una sbirciatina al plot di Una proposta per dire si, per capire qual è il menù del giorno in serbo per il pubblico di turno. Anand Tucker, produttore passato dietro la macchina da presa in più di un’occasione per dirigere pellicole come Shopgirl (2005) e Hilary e Jackie (1998), nonostante avesse fatto sperare gli addetti ai lavori in una possibile inversione di marcia con l’ultimo capitolo dell’avvincente trilogia televisiva firmata Channel 4, Red Riding, cade nuovamente in tentazione firmando la regia di questa ennesima commediola rosa in puro stile british. Il regista inglese, in collaborazione con la coppia di sceneggiatori Deborah Kaplan e Harry Elfont (gli stessi di Un amore di testimone), ce la mette davvero tutta per portare sullo schermo la solita minestra riscaldata che riesca in tutto e per tutto a rispettare gli elementi cardine del genere in questione. Dunque sperare di trovare qualcosa di originale in un film come quello di Tucker, che resta comunque piacevole e scorrevole dal punto di vista della narrazione e della messa in scena rispetto al piattume partorito da tanti registi più quotati nel campo della commedia rosa (vedi ad esempio il collega Garry Marshall post Pretty Woman), è senza ombra di dubbio un’inutile perdita di tempo.

Le colonne portanti del genere sono salde più che mai e costituiscono le fondamenta sul quale si regge l’intero progetto. Non sorprende a questo punto trovarsi di fronte all’immancabile triangolo amoroso tra lei, lui e ovviamente l’altro, portato sul grande schermo dall’efficace terzetto formato dalla due volte candidata all’Oscar Amy Adams (Il dubbio e Julie & Julia), dal versatile Matthew Goode (Watchmen, Match Point e A Single Man) e da Adam Scott (Quel mostro di suocera), la cui partecipazione a Il diario di Bridget Jones ci ha a suo tempo abituato così bene. Seppur prevedibile nella sua concatenazione narrativa, che si appoggia inizialmente sulle spalle di una soluzione in chiave road movie con il chiaro intento di dipingere lo scenario ideale (i panorami mozzafiato del Galles e dell’Irlanda) per raccontare la più tradizionale delle storie d’amore fra la bisbetica domata di turno e il rude ma romantico maschio così cara alla matrice originale shakespeariana e alle sue rivisitazioni cinematografiche (vedi la screwball comedy e il cosiddetto filone re-marriage), Una proposta per dire sì a conti fatti diverte e intrattiene con la sua estrema semplicità.

Dai presupposti si intuisce che giocare a carte scoperte con lo sviluppo dei personaggi e della storia appare l’inevitabile e più logica delle cose da fare, nonché il migliore degli approcci in termini di fruizione che lo spettatore possa mettere in atto. Detto ciò l’intera operazione acquista un senso e seguire la vicenda narrata diventa un modo piacevole di passare il tempo in buona compagnia, se con lui o con l’altro sarete voi a deciderlo, basta non fare confusione con i nomi.

Francesco del Grosso

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