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Sunshine cleaning

«Gli stessi produttori di “Little Miss Sunshine” ci propongono un’altra storia che c’invita a riflettere su come i momenti più amari della vita possano essere risolti o affrontati con più leggerezza».

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Ogni volta che ci torna in mente “Little Miss Sunshine”, inevitabilmente un sorriso ci illumina il volto. Nel 2008 (per noi in Italia dal 9 aprile 2010), gli stessi produttori ci propongono un’altra storia, ma che ha sempre a che fare con la parola ”sunshine”.

Sunshine cleaning” è il nome della ditta di pulizie nata dalle menti e dai bisogni delle sorelle Lorkowski per guadagnarsi da vivere e mantenere la famiglia. Rose ha un figlio di 8 anni, Oscar, intelligente, ma dalla personalità  bizzarra, mentre Norah, la più giovane e  ribelle delle due, intrattiene una convivenza alquanto insolita col padre (interpretato dall’attore premio Oscar Alan Arkin). Uno spiraglio di sole entra nei luoghi e nelle vite delle persone che, disgraziatamente, hanno assistito a episodi traumatizzanti, come un omicidio o un suicidio, e si ritrovano faccia a faccia con il lato meno “romantico” e spirituale della morte: dover ripulire l’ambiente circostante. Ed è proprio qui che intervengono le due sorelle, armate di detersivi e mascherine che si adoperano con pazienza e dedizione alla pulizia della scena del crimine.

Nonostante le molteplici situazioni comico/grottesche che si susseguono durante la visione del film, la storia non è raccontata attraverso uno stile surreale, anzi. La scelta di una fotografia volutamente non curata permette allo spettatore di poter osservare la realtà con la sua luce più vera, fino al più piccolo difetto sulla pelle dell’attore, rendendo tutto più umano, un’occasione per guardarsi allo specchio per mezzo dello schermo.

Se volessimo confrontare ”Little Miss Sunshine” e “Sunshine cleaning” noteremmo che quest’ultimo potrebbe essere un film meno riuscito e con più imperfezioni e prevedibilità, ma che conserva comunque quello stesso spirito sincero e pulito che c’invita a riflettere su come i momenti più amari della vita possano essere risolti o, per lo meno, affrontati con più leggerezza e fiducia in se stessi. Attraverso i rapporti umani (in questo caso il rapporto tra sorelle, molto ben delineato), l’amore, la riscoperta di una famiglia, ma anche grazie alle proprie frustrazioni, i ricordi, le sconfitte: è la vita… Cerchiamo di prendere tutto quello che ci offre, che ci piaccia o no.

Giovanna Ferrigno

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