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Ricky – Una storia d’amore e libertà di François Ozon

Ricky – Una storia d’amore e libertà è un film del 2009 scritto e diretto da François Ozon. Il film è un adattamento del racconto Moth, scritto dalla scrittrice britannica Rose Tremain. Il film è stato presentato in concorso alla 59ª edizione del Festival di Berlino ed è uscito nella sale cinematografiche italiane il 9 ottobre 2009, distribuito dalla Teodora Film, co-produttrice della pellicola.

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Ricky – Una storia d’amore e libertà è un film del 2009 scritto e diretto da François Ozon. Il film è un adattamento del racconto Moth, scritto dalla scrittrice britannica Rose Tremain ed inclusa nella sua raccolta di brevi racconti The Darkness of Wallis Simpson, e racconta la storia di Ricky, un bambino cui spuntano le ali. Il film è stato presentato in concorso alla 59ª edizione del Festival di Berlino ed è uscito nella sale cinematografiche italiane il 9 ottobre 2009, distribuito dalla Teodora Film, co-produttrice della pellicola. Fra i produttori del film figura il critico cinematografico Vieri Razzini.

Dalla semplice storia d’amore tra Katie e Paco nasce Ricky, il piccolo dimostra ben presto di avere un dono straordinario, dalla sua schiena nascono due piccole ali che gli permettono di volare. La madre cerca di proteggere il figlio, ma quando i media scopriranno il dono di Ricky, la vita dell’intera famiglia cambierà.

Girato interamente a Parigi, il film è una co-produzione franco-italiana. Gli effetti visivi sono curati dalla BUF, che in passato ha curato gli effetti visivi di film come Matrix Reloaded, Matrix Revolutions, Spider-Man 3 e Il cavaliere oscuro.

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Divisa tra il lavoro in fabbrica e la figlia Lisa (Mélusine Mayance),Katie (Alexandra Lamy)  trova l’amore nel collega Paco (Sergi Lopez), finendo per dare alla luce il piccolo Ricky. Liberamente ispirato al racconto Moth di Rose Tremain, quindi, il film di François Ozon (8 donne e un mistero), nel corso dei primi minuti di visione, non sembra altro che l’ennesima commedia “seria” indirizzata in maniera principale agli estimatori del cinema d’oltralpe meno propenso al facile intrattenimento tipicamente bessoniano. Con gran sorpresa, invece, tra taglio da cronaca sociale e vita da genitori tempestata di biberon e pannolini sporchi, arriviamo a scoprire che il pargolo possiede un paio di ali che, giorno dopo giorno, crescono sulla sua schiena fino a permettergli di svolazzare libero nel cielo. Perché è proprio la necessità di difendere con tutto il proprio essere la libertà e l’amore il tema centrale di questa moderna favola, ben interpretata e altamente realistica, nonostante l’argomento fantastico postole alla base. D’altra parte, il piccolo angelo laico e proletario protagonista altro non assume che le fattezze di ennesimo sinonimo di “diverso”, inseguito dagli immancabili giornalisti intenti a trasformarlo in un fenomeno sforna-denaro e, proprio per questo, protetto a tutti i costi dalla madre. Per una coinvolgente vicenda che, a tratti commovente, non rinuncia neanche a un pizzico d’ironia.

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