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Al Cinema Trevi dal 7 al 14 aprile “Jean-Luc Godard: compositore di cinema”

Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale collabora alla realizzazione della grande rassegna su Godard voluta da un insieme di organismi cinetecari per gli 80 anni del regista. La retrospettiva nasce come progetto della Cineteca del Comune di Bologna e Il Cinema Trevi propone parte della rassegna: gli anni Cinquanta e Sessanta

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Il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale collabora alla realizzazione della grande rassegna su Godard voluta da un insieme di organismi cinetecari per gli 80 anni del regista. La retrospettiva nasce come progetto della Cineteca del Comune di Bologna e ha visto la collaborazione anche di Regione Emilia-Romagna, Angelica Festival, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Cinémathèque Suisse e Lo Sguardo dei Maestri (Udine), e il sostegno di Ambasciata di Francia, Alliance Française di Bologna, Gaumont Archives, Studio Canal, Tamasa Distribution, Cinémathèque de Toulouse, Ministère des Affaires Étrangères, Cine Classics, Cinemateca Portuguesa e Suomen Elokuva Arkisto.

Il Cinema Trevi propone parte della rassegna, gli anni Cinquanta e Sessanta.

Di seguito la presentazione di Jean Douchet, curatore del progetto, relativa al periodo scelto dal Cinema Trevi: «Inizia dunque il secondo periodo, all’epoca terribilmente innovatore, e accolto quasi come classico, oggi: una successione d’opere e di capolavori che parte da À Bout de souffle (1959) per concludersi con Week end (1967). À Bout de souffle non ha certo il fiato corto. Con allegria ed entusiasmo Godard spazza via quasi tutte le regole sclerotizzate imposte dalle convenzioni accademiche del cinema considerato di qualità. Pur rispettandone alcuni aspetti. Spetta allo spettatore il compito di riconoscere lo schema di ciò che potrebbe essere un film poliziesco, solo che quest’ultimo si sottomette al film d’amore. Per lo spettatore così come per il protagonista, importa solo come andrà a finire il rapporto passionale. Il tono romantico che accompagna il nuovo sguardo della gioventù degli anni ’60 scatena un vero successo di pubblico e pone Godard accanto ai professionisti del settore. Lungi dall’accontentarsi di questo, egli si permette qualunque audacia. Il suo secondo film osa trattare negli anni ’60 della guerra in Algeria, della lotta terrorista tra OAS (Organisation armée secrète) et FLN (Front de libération nationale), così come della tortura, filmata con realismo da reportage. Cinema e Politica, dunque, ma trattate globalmente, non solo come soggetto, ma prima di tutto come oggetto. In particolare per il cinema. Questo film è forse quello che ci introduce nel migliore dei modi al pensiero cinematografico di Godard. In particolar modo, nella sequenza delle foto tra l’eroe dell’OAS e la ragazza del FLN. La sequenza ha inizio con una panoramica filata dall’alto su un palazzo, di modo che si abbia l’impressione di osservare un pezzo di pellicola tenuta immobile dal basso all’alto, che una macchina da presa descrive rapidamente. In poche parole, la mossa della macchina a presa dona movimento alla successione di immagini fisse che ci vengono (rap)presentate. È un tranello. La verità è che tra ogni fotogramma fisso giace una rottura. E che il tempo che crediamo di veder scorrere non è che una successione di quantità temporale fossilizzata. E che dunque l’occhio è bombardato da molteplici particelle quasi istantanee. Questa intuizione annuncia uno degli elementi più sconcertanti per lo spettatore: il fatto che Godard filmi sempre più l’universo secondo una concezione atomica. Da qui la frase che giunge nella scena tra la ragazza e l’eroe. Egli afferma: “la fotografia fissa la verità. Il cinema filma la verità 24 volte al secondo”. Facendogli dire questa frase, il nostro cineasta sembra perpetuare il punto di vista dei suoi maestri (i fratelli Lumière, Renoir, Rossellini, André Bazin). Ma due o tre anni più tardi egli rettificherà quest’affermazione in maniera definitiva, grazie a questa nuova riflessione: “questa non è un’immagine giusta, è giusto un’immagine”» (traduzione di Rinaldo Censi).

Ai film di Godard sono abbinati 5 film italiani che profumano di Nouvelle Vague.

Il programma:

mercoledì 7 aprile

ore 17.00
I delfini (1960)
Regia: Francesco Maselli; durata: 110′

ore 19.00
Le Petit soldat (1960)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 88′

ore 20.45
À Bout de souffle (Fino all’ultimo respiro, 1959)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 90′

giovedì 8 aprile

ore 17.15
I basilischi (1962)
Regia: Lina Wertmüller; durata: 82′

ore 19.00
Vivre sa vie (Questa è la mia vita, 1962)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 85′

ore 20.45
Une Femme est une femme (La donna è donna, 1962)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 84′

venerdì 9 aprile

ore 17.00
I pugni in tasca (1965)
Regia: Marco Bellocchio; durata: 107′

ore 19.00
Les Carabiniers (1963)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 80′

a seguire
La pigrizia (episodio de I sette peccati capitali, 1961)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 15′

a seguire
Il mondo nuovo (episodio di Ro.Go.Pa.G., 1962)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 20′

ore 21.15
Le Mépris (1963)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 103′

sabato 10 aprile

ore 17.00
Bande a part (1964)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 95′

ore 19.00
Una Femme mariée (Una donna sposata, 1964)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 98′

ore 20.45
Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution (Agente Lemmy Caution, missione Alphaville, 1965)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 98′

domenica 11 aprile

ore 17.00
Deux ou troix choses que je sais d’elle (Due o tre cose che so di lei, 1966)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 95′

ore 18.45
La Chinoise (La cinese, 1967)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 90′

a seguire
L’amore (episodio di Amore e rabbia -Vangelo ’70- 1969)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 26′

ore 21.00
Pierrot le fou (Il bandito delle undici, 1965)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 110′

martedì 13 aprile

ore 17.00
La calda vita (1963)
Regia: Florestano Vancini; durata: 110′

ore 19.00
Made in Usa (Una storia americana, 1966)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 110′

ore 21.00
Masculin femminin (Il maschio e la femmina, 1966)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 110′

mercoledì 14 aprile

ore 17.15
Un mondo nuovo (1966)
Regia: Vittorio De Sica; durata: 77′

ore 19.00
Week-end (Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica, 1967)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 96′

ore 20.45
Le Gai savoir (La gaia scienza, 1968)
Regia: Jean-Luc Godard; durata: 95′

Per informazioni:
Centro Sperimentale di Cinematografia

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