Bisogna innanzitutto ringraziare Raro Video che ha sottratto all’oblio questa sontuosa opera cinematografica che vide la partecipazione di alcuni tra i più significativi artisti di quegli anni (1971): oltre a Giuseppe Patroni Griffi, il regista (Metti una sera a cena), valente uomo di teatro, furono coinvolti, proprio per volere di quest’ultimo, Vittorio Storaro, che era reduce da Il conformista di Bernardo Bertolucci, e Mario Ceroli, artista a tutto tondo, che per il film realizzò delle stupende installazioni lignee che, pur nel rispetto dell’epoca rinascimentale della rappresentazione, fornivano un colpo d’occhio che detemporalizzava la vicenda, rendendola di un’assoluta attualità. Il testo di riferimento era Peccato che sia una puttana, tragedia di epoca elisabettiana composta da John Ford nel 1633, in cui veniva sviscerato, rifacendosi ai grandi temi della narrazione greca (in primis l’Edipo di Sofocle), il rapporto incestuoso tra Annabella, interpretata da un’abbagliante Charlotte Rampling, al culmine della sua bellezza, e suo fratello Giovanni, un ottimo Oliver Tobias, sullo sfondo di una Parma di fine cinquecento. Patroni Griffi trasla le vicende a Mantova, in una campagna nebbiosa e fredda che fa da ideale sfondo al racconto estremo messo in scena. Fabio Testi interpreta il marito di Annabella, Soranzo, che, scoperta la perdita della verginità della consorte, per vendicarsi organizza un massacro che coinvolge tutti i membri della famiglia della ragazza. Storaro, come al solito, dà uno spessore corporeo alla luce, che si satura in un denso cromatismo che forma dei veri e propri piani interni alle inquadrature, oltre a donare una bellezza pittorica ai volti che si caricano di un’emotività vivida, trafiggendo lo spettatore, fortemente convocato a meditare sull’ineluttabilità di un destino che, come afferma Giovanni, è qualcosa che supera perfino il desiderio. Un senso di morte aleggia imperioso su tutta la storia, muovendo i personaggi (tra cui anche Antonio Falsi che interpreta il quarto del gruppo di amici) come marionette, conducendoli fino al funesto epilogo che si concretizza senza incertezze, proprio come era stato annunciato.
Patroni Griffi, coadiuvato dall’ottima fotografia di Storaro, realizza una sequenza finale grandiosa, in cui il rosso del sangue inonda i colori pastelli dell’antica residenza dove si svolgono i fatti. Giovanni, accecato dall’amore impossibile per la sorella, la uccide e le strappa il cuore, portandolo, stretto nelle mani, al banchetto organizzato da Soranzo per eseguire il suo crudele piano. Sequenza questa che ricorda molto quella vista ne Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, ma che la supera notevolmente in intensità e senso del tragico. Per non parlare dell’altra splendida scena, illuminata con colori caravaggeschi da Storaro, in cui Giovanni, per impedirsi di vivere il peccaminoso amore per la sorella, si getta in un pozzo: la pioggia fredda che lo bagna produce un vapore provocato dal calore del corpo, il fango diventa tutt’uno con il giallognolo della luce che penetra di traverso sul fondo, la figuratività creata e ottenuta dalla coppia Patroni Griffi/Storaro è sublime, e l’occhio dello spettatore non può far altro che godere di tanta bellezza. Da segnalare poi che Angela Luce, che interpreta la donna del padre di Annabella e Giovanni (Rik Battaglia), è doppiata da Mariangela Melato.
Ci sono poi nel film tante battute memorabili, come quando Giovanni, dopo che la sorella lo apostrofa come ‘fratello’, le chiede, invece, di chiamarlo ‘amore’, oppure quando Soranzo scopre la gravidanza della moglie e le dice: “E sarei io il padre di questo zibaldone che nascondi in fondo al tuo ventre corrotto?”. Insomma, sono davvero tanti gli elementi – la regia, la sceneggiatura, la fotografia, le scenografie, le musiche (sublimi gli archi di Ennio Morricone), i costumi (di Gabriella Pescucci), le ottime interpretazioni degli attori – che fanno di Addio fratello crudele un capolavoro che va assolutamente recuperato e, dunque, prontamente rivalutato. Pubblicato da Raro Video e distribuito da CG Entertainment, Addio fratello crudele è finalmente disponibile in dvd corredato da una consistente intervista a Vittorio Storaro, che racconta del suo contributo al film, e di un booklet a cura di Bruno Di Marino e Fabio Francione.
Luca Biscontini