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“Gli ultimi saranno ultimi”: dal palcoscenico al grande schermo

Al netto di alcuni, e per certi versi prescindibili, difetti di forma infatti, Gli ultimi saranno ultimi rimane un esempio piuttosto riuscito di sintesi tra impegno e quella che una volta si chiamava commedia all’italiana.

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.Vi riproponiamo la recensione di Gli Ultimi Saranno gli Ultimi di Massimiliano Bruno. Il film è stato recentemente pubblicato su RaiPlay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.

La trama

Luciana è una donna comune. Vive in un piccolo centro sul lago di Bracciano. Fa un lavoro normale ed è normalmente sottopagata. Non ha grosse pretese e quei mille euro al mese che guadagna non le sembrano neanche così pochi. Le bastano infatti a vivere la vita semplice ma dignitosa che ha sempre sognato. I giorni scorrono insieme al marito Stefano, è perennemente in cerca dell’affare che gli permetta di svoltare senza doversi piegare a un lavoro “sotto padrone”. A Luciana manca giusto la gioia di un figlio. Quando questo arriva, la donna per un attimo sembra toccare il cielo con un dito. Scoperta la gravidanza, il suo datore di lavoro si rifiuta di rinnovarle il contratto. Tutte le piccole certezze di Luciana iniziano a sgretolarsi una dopo l’altra. La sua storia si incrocia con quella di Antonio, un poliziotto trasferito da poco in paese dal Veneto. Costretto a fare i conti con la morte di un giovane collega avvenuta proprio sotto i suoi occhi. Attorno a loro una piccola umanità di diseredati che ogni giorno lotta per vedersi riconoscere, se non il diritto di sperare in un piccolo pezzo di felicità. Almeno la dignità.

Gli ultimi saranno ultimi

La recensione

Al suo quarto film da regista, Massimiliano Bruno tentò il grande salto dalla commedia a un dramma venato di istanze sociali, sebbene filtrato attraverso il registro leggero che da sempre ne contraddistingue il lavoro. La fonte a cui attinge l’autore è una sua pièce teatrale portata in scena nel 2005 dalla stessa Cortellesi che, nel passaggio al grande schermo, ha modo di trasformarsi da monologo in racconto corale. La transizione dai toni farseschi di film come Viva l’Italia e Confusi e felici a un registro dichiaratamente più serio si svolge in maniera assai fluida e naturale. In virtù di una buona gestione degli intrecci narrativi e, soprattutto, dell’ottima direzione degli attori.

Il cast

Per Paola Cortellesi questa non è che la conferma di un talento sbocciato ormai da tempo. Le sorprese migliori arrivano invece da un Alessandro Gassman particolarmente maturo e attento a non esagerare nei toni della cialtroneria che comunque ne connotano il personaggio. Anche Fabrizio Bentivoglio, qui in un ruolo distante dalle sue corde abituali, alle prese con questo poliziotto fallito, ideale contraltare buono dell’ugualmente mediocre ma orrido da un punto di vista morale agente immobiliare de Il capitale umano.

Gli ultimi saranno gli ultimi

La scena più bella del film vede protagonista proprio quest’ultimo mentre, al tavolo di un ristorante, confessa a una collega tutta la propria solitudine nella notte dell’ultimo dell’anno. Una di quelle notti in cui l’essere soli viene visto quasi come un reato. Un film dalla confezione più che dignitosa, registicamente abile nel pedinare i suoi protagonisti (si fa largo uso di macchina a spalla) lasciandone trasparire lo sconforto. mMn mano che il destino provvede ad accanirsi su di loro. Uno di quei soggetti con cui i fratelli Dardenne (per non parlare di Ken Loach) andrebbero a nozze, stringendo magari la macchina da presa sui lati più angosciosi della parabola di questi “ultimi”, del tutto incapaci di opporsi alle vessazioni di una società sempre più insensibile alle loro esigenze primarie.

La regia

Massimiliano Bruno sembra guardare più al primo Virzì. Prima di lanciare il film verso un epilogo inevitabilmente tragico, preferisce costruire quadretti di placida semplicità di provincia un po’ troppo all’amatriciana. E’ qui che Gli ultimi saranno ultimi perde qualche colpo e i suoi punti di forza iniziali si rivelano anche difetti. Un’opposizione oltremodo manichea tra il candore burino della protagonista/vittima sacrificale e la boria di una classe dirigente immancabilmente connotata da cadenze dialettali del nord che allontana il risultato finale da qualsiasi pretesa di realismo. Si aggiunge poi l’opinabilità di almeno un paio di scelte di casting, prime tra tutte quelle di Stefano Fresi che, per quanto bravo e simpatico, ci rifiutiamo di credere  essere l’unico attore disponibile su piazza ogni volta che ci sia da rappresentare un personaggio bonario e sovrappeso. Ilaria Spada che – da Se Dio vuole e Tutte lo vogliono – riuscì nell’impresa di recitare nello stesso identico ruolo in ben tre film di seguito.

Il verdetto finale

Un film che avrebbe funzionato meglio se privato dell’effetto di riconoscibilità immediata causata da alcuni volti noti. Laddove invece gli altri e più anonimi comprimari contribuiscono a colorare in maniera più verace il cast di contorno. Nulla che rischi di guastare un’opera indubbiamente ben congegnata. Al netto di alcuni difetti, Gli ultimi saranno ultimi rimane un esempio piuttosto riuscito di sintesi tra impegno e quella che una volta si chiamava “commedia all’italiana”.

Fabio Giusti

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  • Anno: 2015
  • Durata: 103'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Massimiliano Bruno
  • Data di uscita: 12-November-2015