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Mustang opera tutta al femminile, diretta dalla giovane regista turca Deniz Gamze Ergüven

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Arriva su Raiplay il film turco al femminile intenso e drammatico Mustang fra le pellicole selezionate 5 anni fa ad Alice nella cittá

Trama Mustang

Siamo all’inizio dell’estate. In un remoto villaggio turco Lale e le sue quattro sorelle scatenano uno scandalo dalle conseguenze inattese per essersi messe a giocare con dei ragazzini tornando da scuola. La casa in cui vivono con la famiglia si trasforma un po’ alla volta in una prigione, i corsi di economia domestica prendono il posto della scuola e per loro cominciano ad essere combinati i matrimoni. Le cinque sorelle, animate dallo stesso desiderio di libertà, si sottrarranno alle costrizioni loro imposte.

Recensione

Fra le numerose pellicole dirette da donne registe, selezionate quest’anno dalla Festa del Cinema di Roma ed in particolare nella sezione “Alice nella città” – che gli organizzatori tengono a definire ‘autonoma’ e ‘parallela’ ma che comunque fa parte integrante della Festa e spesso sforna le opere più innovative attraverso la lente del mondo giovanile – una menzione speciale è andata all’intenso e drammatico Mustang, opera tutta al femminile, diretta dalla giovane regista turca Deniz Gamze Ergüven. Di notevole spessore, la pellicola, già selezionata alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes  2015,  è stata scelta per rappresentare la Francia ai prossimi Oscar, ed è ispirata ad una storia in parte realmente vissuta dalla regista. Il film evidenzia, con uno sguardo profondamente coinvolto e consapevole, la condizione delle donne in un piccolo paesino sul Mar Nero, a 600 chilometri dalla splendente Istanbul – dunque  a simboleggiare le contraddizioni di un Paese che vuole mostrarsi a tutti i costi moderno ma in realtà ancora legato a forme politiche e sociali reazionarie mai veramente sradicate –  attraverso il racconto di cinque sorelle, giovani ed indomite come cavalli selvaggi, che cercano di esplorare il loro spazio esistenziale, sessuale ed affettivo in una società (qui rappresentata dalla nonna di famiglia che erge muri, chiude cancelli ed organizza matrimoni combinati) impreparata e conservatrice, duramente  intenzionata ad imbrigliare la libertà e la giovinezza ai suoi dettami anacronistici.

“Ho scelto il titolo Mustang per il mio film – ha affermato la cineasta – perché i cavalli selvaggi simboleggiano perfettamente le mie cinque eroine, il loro temperamento indomabile e focoso; perfino visivamente le loro capigliature ricordano delle criniere, il loro scorrazzare nel villaggio ricorda quello di un branco di mustang”.

Le violenze psicologiche e non solo consumate fra le mura domestiche, la ricerca pretestuosa della malizia e della morbosità anche laddove non ve n’è ombra, le maldicenze e le umiliazioni, la pressione per contrarre matrimoni indesiderati, condurranno Lale, Nur, Selma, Ece e Sonay a forti reazioni, fino ad una tragedia in parte annunciata, che avrà dolorose ma anche catartiche, ineluttabili conseguenze.

Il film, simboleggia pienamente il messaggio di molte delle pellicole selezionate quest’anno alla Festa di Roma, indipendentemente dal Paese di provenienza: quello degli adolescenti in cerca di identità, incompresi e vessati da un mondo adulto cinico ed incapace di ascoltarli,  che reagiscono alla sofferenza talvolta con la violenza o l’isolamento, talaltra con la fuga o aggrappandosi disperatamente ai loro sogni, all’arte, al cinema, alla musica ed al loro potere salvifico.

 

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