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Remember me

«Vero valore aggiunto di “Remember me” è un cast che riesce a mettere in scena emozioni e sfaccettature comportamentali contraddittorie, rendendole verosimili anche quando legate ad eccessi».

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Utilizzando una classica struttura a specchio, gli sceneggiatori Will Fetters e Jenny Lumet sono riusciti nell’intento di costruire una storia simmetrica ma non troppo, lasciando alla vita dei personaggi uno spessore ed una qualità veramente rari nel grande cinema americano. Entrambi i protagonisti si portano dietro il peso rappresentato dalla morte di una persona a loro molto cara. Nel caso di Ally (Emilie De Ravin) è la madre che dieci anni prima ha visto uccidere da due rapinatori nella metropolitana, mentre per Tyler, interpretato dal vampiro di Twilight, Robert Pattinson, si tratta del fratello suicida.

Soni i flashback la chiave di lettura di questa struttura ma, mentre per la ferita della ragazza, la storia viene palesata come prologo, per Tyler si tratta di un qualcosa che lo spettatore scopre pian piano, partendo dal comportamento schizoide del ragazzo. I due ragazzi si innamorano anche se, a seguito di una scommessa, e a causa del loro rapporto, nasce una combattuta relazione coi propri genitori. Il padre di Tyler, dirigente completamente assorbito dal suo lavoro, che ha l’aplomb del James Bond Pierce Brosnan, sembra un uomo molto duro e lontano dalla famiglia, mentre il padre di Ally, un poliziotto dai modi non proprio delicati, riversa sulla sua unica figlia tutto l’affetto che la mancanza della moglie gli fa sentire. Vero valore aggiunto di questo film è un cast che riesce a mettere in scena emozioni e sfaccettature comportamentali contraddittorie, rendendole verosimili anche quando legate ad eccessi. Particolare interesse desta la figura dell’amico di Tyler, interpretato da Tate Ellington, giullare dai modi diretti e fin troppo scherzosi che introduce una vena di intelligente ironia nel flusso di una storia fondamentalmente drammatica, seguendo la scia tracciata da Juno. Peccato per un finale che poco ha a che fare con l’approfondito lavoro di carattere psicanalitico che hanno fatto gli sceneggiatori, e che invece rimanda ad una grande ferita dell’America contemporanea.

Film commovente, che ci mette di fronte alla cecità che intercorre spesso nei rapporti interpersonali, Remember me, opera seconda del regista tv Allen Coulter, non rimarrà quale pietra miliare nella storia del cinema. Ciononostante, la filosofia del regista non ne risentirà, considerando che il leitmotiv che apre e chiude il film è una citazione: “Gandhi ha detto che qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia”.

Fabio Sajeva

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