Un altro ottimo prodotto viene presentato nella fortunata sezione Alice nella città. Scout arriva dagli Stati Uniti, portando sullo schermo un dramma famigliare trattato con piglio materno e freschezza. Un film, questo di Laurie Weltz, che non brilla certo per l’innovativa sceneggiatura, ma riesce ad emozionare lo spettatore che vive il dramma con i protagonisti.
Scout ha quindici anni e vive con la sorellina Lulu e la loro bisnonna in una piccola città del Texas, sull’orlo della povertà. Quando il governo dichiara Gram inadeguata a prendersi cura delle ragazze, il padre decide di prendere con sé la piccola Lulu, costringendo le sorelle a separarsi per la prima volta nella loro vita. Scout riesce ad esaudire l’unico desiderio che ha: aiutare il suo nuovo amico, Sam, un giovane problematico che vive in un ospedale psichiatrico nelle vicinanze. Rischiano tutto, Scout lo aiuta a scappare. Rubano un’auto e iniziano la ricerca di Lulu – con un poliziotto che li insegue, determinato a riportare Sam in ospedale ad ogni costo. Man mano che l’inseguimento continua, Scout deve scegliere tra l’amico a cui vuole molto bene e la famiglia che ha perso.
Sembra scontato dirlo eppure il fatto che Scout sia girato da una donna si sente e si percepisce subito. Lo capiamo dal taglio che la regista ha voluto dare alla sua opera, un taglio che lascia fuori il superfluo per raccontare un dramma famigliare con una linearità che rende il prodotto accessibile anche agli occhi più stanchi. I drammi famigliari non sono certo una novità per il grande schermo, ma convince la voglia di non trattare tali tematiche in modo struggente e strappalacrime. Scout infatti sembra un’eroina dei giorni nostri, con i capelli colorati di rosa e l’abbigliamento tipico di un’adolescente. Nonostante la sua giovane età è combattiva e coraggiosa, capace di risolvere la situazione sempre con un sorriso. La famiglia presentata non è di quelle perfette così come non è perfetto il mondo che gli ruota attorno, la realtà è riportata in modo veritiero e senza alcuno sconto di pena. Ci si affeziona ai protagonisti del film quasi lo spettatore stesso fosse presente al dramma, capita anche di immedesimarsi in una situazione tanto disperata, dove, più volte ribadito, la speranza non manca. Siamo abituati a rendere più pesante quello che già lo è e a trattare questioni delicate con il ciglio del chirurgo. In Scout tutto arriva come è, un mondo dove le stesse giostre non sono il gioco di un bambino ma la realtà dalla quale sfuggire. Essere leggeri e rendere leggero ciò che si tocca è un dono, Laurie Weltz è riuscita a farlo con Scout capendo che per riflettere non occorre piangersi addosso, ma correre e cambiare il destino. Un film che vale davvero la pena vedere e che sa emozionare senza cadere nel patetico.
Alessandra Balla