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La Première étoile

“Il cinema francese sveste, per una volta, i paramenti sacri imposti dalla liturgia d’autore, regalandoci una commedia fresca, vivace e piena d’umorismo”.

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Il cinema francese, da sempre incensato nelle cattedrali del suo culto, sveste, per una volta, i paramenti sacri imposti dalla liturgia d’autore, regalandoci una commedia fresca, vivace e piena d’umorismo.

La Première étoile (Gran Premio della Giuria e del Pubblico al Festival International de Comédie de L’Alpe d’Huez, Nomination César 2010 – Miglior opera prima), dell’attore e neo regista Lucien Jean-Baptiste, rilancia la questione della famiglia, tema molto caro alla cinematografia contemporanea, soffermandosi sul problema dell’integrazione, sempre presente nelle pellicole d’oltralpe (L’odio, La classe, La journée de la jupe).

Una famiglia antillana, composta di tre figli e un’irresistibile nonna (Firmine Richard), parte per una vacanza sulla neve; Jean-Gabriel (il padre) non può minimamente permettersi una tal spesa ma, per non deludere la figlia, che gli aveva estorto la difficile promessa, cerca in tutti i modi di raccogliere la somma necessaria. Attraverso una girandola di spassosi espedienti, l’instancabile capo famiglia riesce ad esaudire il desiderio della bambina e, pur senza la moglie (francese), che oramai non crede più in lui, parte alla volta dell’agognata località sciistica, dove comincia la vivace rassegna di situazioni esilaranti.

Lo spirito on the road, la comicità grottesca e gli efficaci contrasti emotivi messi in scena ricordano non poco il fortunatissimo Little Miss Sunshine, ma ciò non costituisce un demerito, piuttosto uno stimolo ulteriore a riflettere sulla condizione dei rapporti affettivi nella contemporaneità.

Certo, c’è da chiedersi se valga ancora la pena puntare tutta la posta emotiva sulla famiglia. La generazione di chi scrive ha assistito alla disintegrazione del nucleo famigliare e, soprattutto, ai danni provocati dall’ostinato tentativo di tenere in vita il consunto istituto. L’edipizzazione non solo ha fallito, ma è stata smascherata, mostrando il suo vero volto, quello della perpetuazione del comando, della volontà di reiterare un linguaggio che propaga incessantemente gli ordini. Si tratta quindi di pensare nuove forme attraverso cui far scorrere il desiderio, gli affetti, l’amore e quant’altro.

Comunque La premiere etoile è, nel suo genere, un film gradevole, delicato, che vale la pena di vedere, magari assieme alle persone cui si vuole bene. Infine è giusto ricordare che il film è stato distribuito in Italia dalla Nomad Film Distribution, piccola e coraggiosa casa cinematografica, particolarmente attenta alle nuove realtà del cinema francese.

Luca Biscontini

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