Il tema di Jamil viene presentato alla Festa del cinema di Roma nella ormai famosa ed importante sezione Alice nella città. Il film, diretto da Massimo Wertmuller, è stato girato e ambientato completamente nella città di Rieti. Tramite gli occhi di un bambino, in modo giocoso e carnevalesco, il regista vuole raccontare una storia contro il razzismo.
Un nazista scappa inseguito da un manipolo di ebrei ortodossi; Cortes mangia assieme a Montezuma; una donna del Ku Klux Klan bacia suo marito sulla sua guancia colorata; Riccardo cuor di leone solleva il velo di Fa-tima per aiutarla meglio a gustare un cucchiaio di riso. Personaggi importanti evocati da un bambino di colore di una scuola di Rieti, tutti insieme per una storia contro ogni razzismo.
Un film pedagogico, sembra questo l’aggettivo migliore per identificare il prodotto di Massimo Wertmuller. Come scolari ci viene impartita la lezione in modo carnevalesco e scherzoso, cercando di rendere più chiari discorsi difficili e complicati quali il razzismo. Il linguaggio è infatti quello che si usa con i bambini e le immagini stesse nascono dalla fantasia di un bambino, che, con semplicità, spiega una delle peggiori piaghe del mondo. Eppure Il tema di Jamil sembra davvero “una bevuta al bar con quattro amici”. Il regista ha radunato attori a lui cari, come conferma lo stesso, ha montato una storia senza troppi problemi ed è andato dritto al punto senza pensare troppo, il cortometraggio scorre da solo senza alcun ostacolo. Uno dei tanti corti nel panorama cinematografico che viene presentato al Romaff10 senza alcun merito dichiarato. Carino e simpatico, ma certo non abbastanza per una manifestazione come questa, soprattutto vedendo quanto si muove nel panorama indipendente, che ogni giorno crea prodotti validi, ma purtroppo costretti a essere riposti in un cassetto, peggio ancora se quello con i calzini spaiati. Potrebbe allora essere questo di Massimo Wertmuller un film da presentare nelle scuole? Sì, forse potrebbe essere somministrato all’ora della merenda.
Alessandra Balla
