Non c’è molto da festeggiare per una Capitale quasi al collasso e commissionata. Però il 16 ottobre tutti sembrano pronti per testare che sapore avrà questa Festa 2015. Tornata alle origini, depurata di giurie (tranne il pubblico), premi, caccia alle anteprime, rivalità con Venezia, la kermesse romana impone a se stessa di mettere al centro solo il cinema. Parola di Antonio Monda, il nuovo direttore artistico, scrittore-docente-salottiere con patria ormai in America, che usa tre parole chiave per codificare l’edizione 2015. Discontinuità- Qualità- Varietà. 37 opere selezionate, tra film, documentari e serie tv. Tre le fasce dentro le quali la festa confluirà: film, retrospettive e incontri. Viene allargato anche il luogo di fruizione. Quest’anno oltre all’Auditorium e al Maxxi, verranno coinvolte varie sale dal Pigneto a Prati, fino ad Ostia. Mantiene salda la sua alterità dentro la Festa Alice nelle Città, la sezione per e dei ragazzi.
Tre le retrospettive: una omaggia la Pixar – a vent’anni di uscita da A Bug’s Life. La seconda il regista Antonio Pietrangeli e l’ultima il contemporaneo maestro cileno Pablo Larrain.
Omaggi a Pier Paolo Pasolini (nel quarantesimo della morte), Ettore Scola, Stanley Kubrick, Luis Buñuel, Ingrid Bergman, Francesco Rosi, i fratelli Taviani, Frank Sinatra, Franco Rossi, Hitchcock e Truffaut.
Sono 4 gli Italiani presenti nella Selezione Ufficiale: Claudio Cupellini e il suo melò Alaska, Sergio Rubini con la commedia Dobbiamo parlare, Gabriele Mainetti con Lo chiamavano ‘jeeg robot’ e il documentario sulla scuola di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani Registro di classe – parte prima 1900-1960.
Film d’apertura venerdì 16 ottobre alle 19.30: Truth e il confine tra impegno politico e giornalismo concreto, messo in piedi dalle interpretazioni di Cate Blanchett e Robert Redford.
Trai i film più attesi c’è The Walk, la nuova pellicola in 3D di Robert Zemeckis che esplora la vita e il mondo sospeso del funambolo francese Philippe Petit.
Appuntiamoci il premio del pubblico al Toronto Film Festival Mistress America di Noah Baumbach, Junun di Paul Thomas Anderson, progetto a cavallo tra documentario e sperimentazione, l’argentino Eva no duerme di Pablo Aguero, il campione di incassi in Cina – Monster Hunt di Raman Hiu. Watatu di Nick Reding, sui conflitti della comunità keniota. Folta la rappresentanza dell’America Latina e dell’Estremo Oriente (tra cui Sono Sion e Johnnie To). Il documentario S is for Stanley di Alex Infascelli ci immerge nella estrema riservatezza del cineasta americano per il tramite del suo autista personale Emilio D’Alessandro, che condivise la vita quotidiana di Stanley Kubrick da Arancia Meccanica fino alla sua morte nel 1997.
Per gli incontri con il pubblico: Jude Law, Wes Anderson e Donna Tartt, William Friedkin e Dario Argento, Joel Coen e Frances McDormand, Carlo Verdone e Paola Cortellesi, Todd Haynes (che ‘donerà’ al pubblico di Roma Carol presentato a Cannes), Renzo Piano, Riccardo Muti, Paolo Villaggio e il premio Oscar Paolo Sorrentino.
Maria Cera