Una selezione internazionale di opere per mettere in risalto il talento femminile in campi – come quelli del reportage giornalistico e del documentario d’inchiesta – rimasti per molto tempo di esclusivo dominio maschile. Racconti di storie ed esperienze vissute dalle autrici danno vita a “Donne con la macchina da presa”, una delle selezioni più ricche della prossima edizione del Festival di Cinemazero – realizzato con l’Università di Udine – “Le Voci dell’Inchiesta”, a Pordenone tra il 14 e il 18 aprile.
Una decina di appuntamenti tra proiezioni, tavole rotonde e incontri dove spiccano l’opera di Barbara Cupisti Madri, David di Donatello per il miglior documentario 2008, protagoniste israeliane e palestinesi unite dalla comune perdita dei figli, oppure Girls on the Air, coraggioso reportage di Valentina Monti sulle redattrici della radio afgana Radio Shar. Di taglio decisamente più intimo è il lavoro di Diana Fabiánová, The Moon inside You, a Pordenone in anteprima nazionale. Questa nota documentarista slovacca, ha sofferto per anni di forti dolori mestruali, al punto da decidere di dedicarvi una singolare inchiesta, che ha ricevuto ampi consensi all’ultima edizione del festival di Locarno: una ricerca condotta con sense of humour e autoironia dall’autrice, intrecciata a teorie di antropologi, psicologi e ginecologi. A margine un’attesa tavola rotonda sull’endometriosi, malattia “silenziosa” che, solo in Italia, colpisce ogni anno tre milioni di donne.
Vera chicca della sezione è la serata d’apertura, mercoledì 14 aprile, con l’appuntamento “L’Iran delle donne” e la proiezione di Green Days, ultimo film di Hana Makhmalbaf, la più giovane della nota famiglia di registi iraniani. Giorni verdi, come i fazzoletti che sventolavano nell’estate 2009 in Iran quando un popolo intero ha manifestato per la democrazia, contro i brogli elettorali che hanno riconfermato presidente Ahmadinejad al posto di Moussavi.
Seguirà un incontro con ospiti d’eccezione, come Mina Ahadi – presidente del Consiglio centrale degli ex-musulmani e del Comitato Internazionale contro la pena di morte, fuggita dall’Iran dopo l’esecuzione di suo marito e Nasrin Parvaz, che dopo 8 anni di carcere e di torture è riuscita a fuggire e continua a lottare per i diritti umani delle donne iraniane.
Per informazioni:
Le Voci dellInchiesta 2010