Arriva nelle sale italiane dal 15 Ottobre Lo stagista inaspettato, ultimo film di Nancy Jane Meyers, con Robert De Niro e Anne Hathaway
Sinossi: Una società di moda assume uno stagista decisamente fuori dagli schemi: Ben Whittaker (Robert De Niro) un settantenne pensionato che ha scoperto che in fondo la pensione non è come immaginava e decide così di sfruttare la prima occasione utile per rimettersi in pista. Nonostante le diffidenze iniziali, Ben dimostrerà alla fondatrice della compagnia (Anne Hathaway) di essere una valida risorsa per l’azienda e tra i due nascerà un’inaspettata sintonia.
Recensione: Una storia smaccatamente pensata a tavolino per far recitare insieme la vecchia (Robert De Niro) e la nuova star (Anne Hathaway), Lo stagista inaspettato è una commedia gradevole si, perché i toni sono sempre azzeccati e lo spettatore è piacevolmente trasportato all’interno di un racconto che si muove con una certa sobrietà, però, tirando le somme, non si riesce mai a cavare qualche elemento, oltre la trovata estemporanea, che doni un maggior spessore all’insieme. De Niro è bravo, si destreggia egregiamente nel suo ruolo, con una recitazione calibrata, fatta di espressioni millimetriche del viso, e anche Hathaway non sfigura, ma la prospettiva da cui prende le mosse la regia di Nancy Jane Meyers è abbastanza limitata, nella misura in cui offre una panoramica generica e superficiale del nuovo mondo del lavoro, e, più in generale, di quello della comunicazione, e l’incontro allestito tra la vecchia e la nuova generazione propone un certo numero di cliché, anch’essi prevedibili, che non sono mai sostenuti da una riflessione più profonda. Si rimane sempre in superficie – e ciò è in un certo modo anche consentito dalla formula della commedia -, e si manca sistematicamente l’occasione di spingersi oltre per approfondire un discorso che, probabilmente, avrebbe potuto dare adito a ulteriori divagazioni, non necessariamente ancorate alla stretta esigenza di far sorridere.
Le uniche variazioni presenti durante l’arco delle oltre due ore di visione sono la parentesi sentimentale della protagonista, in crisi con il compagno, e qualche generica, e, diciamolo pure, molto approssimativa, considerazione sul valore del ruolo femminile all’interno del mondo del lavoro, specie quando viene rivestito, come nel caso di Hathaway, un ruolo di potere. Insomma, il maschio adulto è, per una volta tanto, sottoposto a una giovane donna, che, date le circostanze, si allea con lui, facendone una figura paterna alternativa. E meno male che non ci si è spinti ad azzardare una liaison tra De Niro e Hathaway che, di fatto, avrebbe tanto saputo d’incesto (anche se non manca una sequenza in cui tale prospettiva sembra sul punto di avverarsi). E poi la nuova forza lavoro che utilizza la tecnologia viene stigmatizzata, molto rapidamente, come una massa di individui insulsi, senza una propria storia, che al cospetto delle precedenti leve non tiene il confronto.
Insomma, Lo stagista inaspettato è un film un po’ furbo, che mette le mani avanti, millantando un basso profilo, proprio per accaparrarsi più consensi possibili, evitando di inoltrarsi in territori che avrebbero potuto esporlo a qualche critica più consistente. Dunque, concludendo: si può senz’altro vedere, perché di certo male non fa, ma addirittura scomodarsi per andare al cinema forse è troppo; consigliata una disimpegnata visione casalinga (aspettando, se proprio non se ne può fare a meno, l’uscita dell’home video).
Luca Biscontini
