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FESTIVAL DI CINEMA

Perugia Social Film Festival: i premiati della prima edizione, nel segno dell’internazionalità

Il PerSo si chiude con due ex aequo. Mastandrea: “Realtà come questa fanno davvero la differenza”

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Il PerSo si chiude con due ex aequo. Mastandrea: “Realtà come questa fanno davvero la differenza”

Si è chiuso domenica sera il PerSo – Perugia Social Film Festival, che per dieci giorni ha reso il capoluogo umbro centro nevralgico dell’universo cinematografico legato al documentario sociale. La rosa di premiati rende giustizia alla vocazione all’internazionalità del festival perugino, con autori provenienti da Spagna, Francia, Giordania eArgentina a spartirsi con l’Italia il montepremi di 21.000€ per 5 categorie. Durante la cerimonia di premiazione, presenziata da tutti i premiati oltre che da nomi importanti del panorama cinematografico come Roberto Andò (presidente di giuria), Stefano Rulli (presidente del PerSo) e Mario Balsamo (direttore artistico), anche lo special-guest Valerio Mastandrea ha commentato il Festival: «Il cinema che faccio io – ha spiegato dal palco – non esisterebbe neppure se non ci fossero iniziative come il PerSo. Manifestazioni fatte con il cuore, dove conta davvero la sostanza di ciò che passa sullo schermo». L’attore e produttore ha parlato a lungo di come il linguaggio del cinema e l’ambizione di stimolare una riflessione sociale si possano dare forza reciproca. Inoltre Mastandrea ha raccontato l’esperienza legata alla produzione di “Non essere cattivo”, film postumo di Claudio Caligari che rappresenterà l’Italia agli Oscar, sottolineando la connessione tra quel progetto guidato dalla passione e il Perugia Social Film Festival, altrettanto autentico.

Il concorso ha visto un ex aequo sia nella categoria lungometraggi che per i cortometraggi. La Giuria ufficiale, composta da Roberto Andò, Valentina Carnelutti e Piergiorgio Giacchè, ha conferito il PerSo Award ai film I want to see the manager di Hannes Lang e No todo es vigilia dello spagnolo Hermes Paralluelo. Il primo è una emozionante raccolta di voci da tutto il mondo per raccontare la crisi economica: una geografia della paura e della reinvenzione, ai tempi dell’economia globalizzata. Il secondo, un ritratto leggero e poetico dell’ultima stagione della vita, denunciata nel suo disagio e colta nella sua profondità. Hannes Lang è salito sul palco a ritirare il premio, mentre Hermes Paralluelo, che era stato al PerSo durante il primo weekend, ha inviato un suo caloroso ringraziamento dal Cile. Entrambi i registi si sono detti incantati da Perugia, dalle atmosfere del festival, dall’aria di crescita culturale che si respira in città. A conquistare il premio del pubblico, ma anche la menzione speciale della Giuria, è stato invece il francese Ioanis Nuguet con il suo Spartacus & Cassandra: un documentario commuovente che dipinge un campo rom pieno di colori e di dolore, filmato ad altezza di bambino. In sala la giovanissima protagonista, Cassandra Dumitru, che il giorno prima aveva risposto con piglio e sensibilità adulta alle domande del pubblico.

I due cortometraggi premiati dalla Giuria sono invece La reina di Manuel Abramovich e Ardeidae di Daniele Tucci, Corrado Chiatti e Chiara Faggionato: la contraddizione surreale del carnevale sudamericano si incontra sul podio con un’insolita Venezia, osservata da occhi orientali. Lamoreverticale di Teresa Paoli, una storia delicata di amore e perdita, si è aggiudicato il premio della Giuria speciale dei detenuti, composta da ospiti della Casa Circondariale di Perugia-Capanne. L’opera della giordana Dina Naser One minute, dieci sconvolgenti minuti sotto il cielo di Gaza, ha conquistato il premio del pubblico tra i cortometraggi.

Per la sezione promo, riservato ai trailer di documentari ancora da realizzare, ad aggiudicarsi il favore della giuria è stata la riflessione sulla buona scuola condotta da Claudia Cipriani con il suo Tre stagioni e una vacanza. Il pubblico, invece, ha premiato Anita di Rosario Simanella e Jairo Sansone: una storia di danza, emancipazione e leggerezza nell’India contemporanea. La spiritualità dell’Italia di mezzo di Damiano Giacomelli ha vinto il premio per il miglior spot sociale mentre a Sòccantare di Michelangelo Bellani e c. l. Grugher è andato il premio Umbria in celluloide, assegnato dalla giuria dei rifugiati politici e richiedenti asilo.

«È stato un festival di sguardi (sul sociale) ed è stato un festival di volti – dice il direttore artistico Mario Balsamo – Quelli degli autori dei lavori in concorso e quelli degli spettatori che hanno partecipato in numero superiore a quanto ci aspettassimo, riempendo le sale cinematografiche. Questi volti e questi sguardi si sono incontrati e hanno dato vita a una narrazione nuova, fatta di un mosaico di tutti i film programmati, suscitando idee, domande, visioni di mondi altri. È tantissimo e non potevamo aspettarci di meglio». Le parole del direttore organizzativo Marco Casodi vanno allo staff: «Un sentito ringraziamento ai tantissimi volontari, senza i quali la realizzazione del Festival non sarebbe stata possibile». Sul sito ufficiale del PerSo sono disponibili informazioni approfondite relative ai film vincitori e un’ampia documentazione fotografica della manifestazione: www.persofilmfestival.it

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