Arriva nelle sale italiane dal 1 Ottobre l’ultimo film di Gabriele Muccino, Padri e Figlie.
Sinossi: New York 1989. Jake Davis è uno scrittore di successo che ha già vinto un Premio Pulitzer, rimasto vedovo, lotta contro un serio disturbo mentale mentre cerca di crescere nel modo migliore la figlioletta Katie di 8 anni. Venticinque anni dopo, Katie è una splendida ragazza che vive a Manhattan che combatte ancora i demoni della sua infanzia tormentata e l’incapacità di abbandonarsi a una storia d’amore.
Recensione: Dopo La Ricerca della felicità, Sette anime e Quello che so sull’amore, distrutto dalla critica USA e rivelatosi un flop dal punto di vista commerciale, Gabriele Muccino firma la regia del suo quarto lungometraggio americano, descrivendo un commovente ritratto di padre e figlia. E’ una storia con una struttura che riesce a far riunire in modo organico e naturale un microcosmo di umanità ferita da abbandoni, ammalata di avidità e colma d’amore in un’unica narrazione, senza mai perdersi in una delle sue tante sottotrame.
Con lo sviluppo della storia assistiamo allo svolgimento del racconto su due binari che si incrociano ripetutamente e che ci permettono di osservare contemporaneamente l’infanzia di Katie e la sua età adulta nella New York di oggi, quando lei è ormai diventata una giovane donna che si sta per laureare in Psicologia e vuole dedicarsi all’assistenza di bambini con traumi della psiche.
A dare vita al personaggio di Katie adulta è Amanda Seyfried, una ragazza costretta a fare i conti con una sensazione di abbandono che l’ha segnata profondamente al punto tale da buttarsi in varie relazioni occasionali, e che non le permette di riconoscere di aver incontrato finalmente il vero amore con il proprio fidanzato interpretato da un bravissimo Aaron Paul (i fan lo ricorderanno sicuramente per il ruolo di Jesse Pinkman nella serie tv Breaking Bad). Da segnalare la performance della giovanissima attrice Kylie Rogers che interpreta in modo magistrale Katie bambina. A interpretare il padre di Katie è uno straordinario Russell Crowe che in questo film conferma per l’ennesima volta la sua bravura di attore, costretto dopo aver perso la moglie a combattere con le unghie e con i denti per ottenere l’affidamento dell’amata figlioletta e strapparla dalle mani dei suoi zii materni. Compaiano con dei piccoli ma significativi ruoli due ottime attrici come Jane Fonda, che veste i panni dell’agente e confidente di Jake, e Janet McTeer in quelli della psicanalista di Katie.
Il film ha tutte le caratteristiche che hanno reso celebre Muccino, i lunghi piani – sequenza che immortalano le scenate di gelosia, l’uso della macchina a spalla che insegue gli attori, e vi è addirittura una canzone in sottofondo di Jovanotti che viene udita nell’angolo di una casa newyorchese.
Muccino riesce a parlare di un amore assoluto, vero e unico. Quello tra un padre e una figlia che, rimasti soli, lottano per avere un futuro semplice , che li porti a restare uniti nonostante le difficoltà della vita, e che riesca a far superare le loro debolezze.
Giovanna Savino