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Dove eravamo rimasti

Perché la libertà di una donna dovrebbe essere condannabile? A questa domanda vuole rendere giustizia il personaggio di Ricki, che sfonda la parete maschilista in onore del “Woman’s Worth”: una bandiera rosa a tinte viola in cui una donna è donna, madre, lavoratrice e soprattutto spirito libero

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In sala dal 10 settembre, la rockeggiante Meryl Streep per Dove eravamo rimasti di Jonathan Demme

Sinossi: in un film carico di musica e performance live, Meryl Streep interpreta Ricki, una selvaggia chitarrista rock, che ha rinunciato a tutto per il sogno di celebrità, ma dopo molti anni decide di tornare a casa per stare vicino alla sua famiglia.

Recensione: Dove eravamo rimasti conferma l’ormai consolidata brillantezza recitativa di Meryl Streep, una delle attrici più amate dal pubblico di tutto il mondo. Diretto da Jonathan Demme, la storia del film è ispirata alla vita della suocera di Diablo Cody, sceneggiatrice e Premio Oscar per Juno, che faceva parte di una band del New Jersey.

La pellicola dà il benvenuto agli spettatori con una rockeggiante Meryl Streep che con la sua band “Richi and The Flash” si scatena sulle note di American Girl di Tom Petty, per poi passare ad un repertorio più “attuale” con Bad Romance di Lady Gaga. Il personaggio interpretato dalla Streep è Ricki, all’anagrafe Linda, una donna anticonvenzionale che, pur di inseguire il sogno americano del successo e della realizzazione professionale, ha lasciato marito e figli per strampellare con la chitarra storiche cover rock ’60 e ’70. La depressione della figlia, causata dal divorzio, la riporterà dopo anni in quella famiglia che aveva “abnegato” per conservare la propria integrità identitaria: emergeranno antichi dissapori genitoriali, creatisi tra Ricki e la sue progenie, che progressivamente si scioglieranno.

L’originalità di questo film è l’intuizione femminista della sceneggiatrice di portare alla luce la figura di una mamma “superwoman” e soprattutto rocker; è questo il punto di vista che rende il film interessante: Ricki, come tutte le madri, ama i propri figli, ma non vuole essere solo una donna reclusa nella prigione casalinga e decide di partire, consapevole delle conseguenze che ne sarebbero scaturite. Perché la libertà di una donna dovrebbe essere condannabile? A questa domanda vuole rendere giustizia il personaggio di Ricki, che sfonda la parete maschilista in onore del “Woman’s Worth”: una bandiera rosa a tinte viola in cui una donna è donna, madre, lavoratrice e soprattutto spirito libero. Durante il film si evidenzia anche come una madre, nonostante gli errori commessi, conosca ed ami incondizionatamente i tre figli che da un astio iniziale si lasceranno andare a quell’affetto insito in loro fino ad approdare ad un nuovo ed inconsueto rapporto madre-figli. Ricki non sarà di certo una madre perfetta “Mulino Bianco Style”,ma sa distinguersi per la sua attitudine all’indipendenza senza dimenticare il ruolo genitoriale e quando deve intervenire in aiuto della figlia psicologicamente fragile lo fa senza alcuna titubanza.

La Streep ci regala l’ennesimo storico personaggio che interpreta con la sua formidabile professionalità, eseguendo realmente i brani durante il corso del film.

Libero Bentivoglio

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